Migranti, Sea Watch cambia rotta e si dirige a Nord verso Lampedusa

Cronaca

La nave ha salvato 53 persone: dopo aver virato verso la Tunisia sembra diretta nell'isola siciliana: "Non sbarcheremo naufraghi a Tripoli". Scontro con il Viminale: "Il ministro italiano ci diffama". Salvini: imbarcazione illegale, stanno sequestrando migranti

La nave Sea Watch, che mercoledì 12 giugno ha soccorso 53 migranti in zona Sar libica, nella giornata di giovedì dopo essere sostata a largo di Tripoli e aver poi preso la direzione verso la Tunisia, ha di nuovo cambiato rotta, e da ovest si dirige verso nord, cioè quella che la porterebbe verso Lampedusa. La Ong non ha commentato un'eventuale decisione in tal senso, ed è sempre possibile un altro cambio di rotta. I movimenti dell'imbarcazione hanno causato però un nuovo scontro politico con il Viminale. Il primo cambio di rotta, quello verso la Tunisia, ha provocato l'irritazione del ministero dell'Interno italiano, che si aspettava invece che Sea Watch approdasse a Tripoli come concordato con le autorità libiche. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha accusato Sea Watch: "Non vuole portarli in Libia? Allora perché ha chiesto a Tripoli un porto sicuro? E perché dopo la risposta positiva, ha atteso per ore davanti alla costa africana? Aveva il via libera allo sbarco, l'atteggiamento della Sea Watch sembra un vero e proprio sequestro di persona per motivi politici".

Sea Watch: non sbarcheremo naufraghi in Libia

"Tripoli non è un porto sicuro", ha spiegato Sea Watch. "Riportare coattivamente le persone soccorse in un Paese in guerra, farle imprigionare e torturare, è un crimine. È vergognoso che l'Italia promuova queste atrocità e che i governi Ue ne siano complici". Alla Guardia costiera libica che indicava alla Sea Watch 3 Tripoli come porto dove sbarcare i migranti soccorsi, la nave umanitaria ha risposto negativamente. In una comunicazione diretta alla Marina libica, il capitano della Sea Watch fa presente che la nave "batte bandiera olandese ed è obbligata ad aderire alle leggi olandesi ed internazionali riguardanti la ricerca e soccorso di persone in mare". E secondo le norme, "noi siamo obbligati a trasportare le persone soccorse in un posto sicuro"; ma un posto dove "le persone soccorse sono sotto una fondata minaccia di persecuzione o maltrattamento non può essere considerato un porto sicuro secondo la legge internazionale del mare". Il capitano chiede dunque che sia fornita un'opzione di sbarco che assicuri "la salvezza dei migranti, senza ulteriormente prorogare il loro viaggio in mare". 

La ricostruzione

La nave Sea Watch si trova quindi nuovamente al centro di uno scontro con l'Italia. Il Viminale ha comunicato che l'Ong tedesca "ha modificato la rotta dirigendosi verso la Tunisia anziché verso Sud. La Sea Watch ha chiesto a Tripoli un Pos e ha ricevuto risposta positiva. C'è preoccupazione per le persone a bordo, tra cui alcuni bambini che potrebbero sbarcare al più presto come richiesto dalla stessa Sea Watch".

Salvini: "Nave illegale, sbarchi a Tripoli"

Riferendosi a Sea Watch, Salvini ha detto: "La nave illegale, dopo aver imbarcato immigrati in acque libiche, ha avuto dalle autorità libiche ufficialmente Tripoli come porto più vicino per lo sbarco. Se la nave illegale Ong disubbidirà, mettendo a rischio la vita degli immigrati, ne risponderà pienamente". In risposta, la Ong ha annunciato che si appresta a querelare Salvini per diffamazione a mezzo stampa. Nel corso della giornata una nuova direttiva per diffidare la Sea Watch dall'ingresso in acque italiane è stata firmata dal ministro dell'Interno Salvini. Il provvedimento chiede alle autorità di polizia di vigilare affinché il comandante e la proprietà della nave "si attengano alle vigenti normative nazionali ed internazionali" e, nel caso la Sea Watch 3 provi, come in passato, ad entrare in acque nazionali, intimino il divieto di ingresso e transito.

Sea Watch: "Salvini ci diffama, lo quereleremo"

Ad annunciare la querela i legali di Sea Watch, Alessandro Gamberini e Leonardo Marino. "A seguito del soccorso di 53 naufraghi (e non 52 come precedentemente riportato dalla Ong) da parte della Sea-Watch 3 - affermano i due avvocati in una nota - il ministro Salvini ha rilasciato, ancora una volta, innumerevoli dichiarazioni diffamatorie a mezzo stampa insultando la Ong e l'operato della sua nave; operato che si sostanzia, sempre, in legittima attività di soccorso e salvataggio". Secondo i legali, le autorità libiche "non hanno dato alcuna indicazione alla nave della Ong da noi rappresentata la quale ha rispettato la vigente normativa internazionale che, come oramai noto, vieta il trasbordo e lo sbarco in territorio libico". E il Ministro "sa bene che fare rientrare chi fugge da guerre, violenze e soprusi in un paese che non è qualificato come "Porto Sicuro", in costante guerra civile, costituisce una gravissima violazione dei diritti umani, del diritto del mare e del diritto dei rifugiati”.

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