Le scuse del pontefice durante la visita apostolica in Romania: "Chiedo perdono in nome della Chiesa per quando vi abbiamo maltrattato o guardato in maniera sbagliata, con lo sguardo di Caino invece che con quello di Abele"
"Chiedo perdono - in nome della Chiesa al Signore e a voi - per quando, nel corso della storia, vi abbiamo discriminato, maltrattato o guardato in maniera sbagliata, con lo sguardo di Caino invece che con quello di Abele, e non siamo stati capaci di riconoscervi, apprezzarvi e difendervi nella vostra peculiarità". È lo storico mea culpa rivolto ai rom da parte di Papa Francesco durante la sua visita in Romania, dove si trova per una visita apostolica, a Blaj, nel quartiere di Barbu Lautaru. Proprio sull’argomento rom, in Italia, in occasione della Festa della Repubblica, si è accesa la polemica fra il presidente della Camera, Roberto Fico, e il ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Oggi è la festa di tutti quelli che si trovano sul nostro territorio, è dedicata ai migranti, ai rom, ai sinti, che sono qui ed hanno gli stessi diritti", ha detto Fico. Secca la replica del ministro dell'Interno: "Io dedico la festa alle nostre donne e uomini in divisa”, ha scritto Salvini in un tweet. E poi: "Le parole di Fico mi fanno girare le scatole e sono un torto a chi ha sfilato oggi. C'è gente che rischia la vita per gli italiani. Di legalità ce n'è poca nei campi rom".
La visita del Papa in Romania
Per il Papa è l’ultimo giorno della sua visita apostolica in Romania. Dopo aver salutato Bucarest si è trasferito a Blaj, dove in mattinata ha presieduto la Divina Liturgia per la beatificazione di sette vescovi greco-cattolici martiri, vittime del regime comunista. Rivolgendosi alla comunità rom Francesco ha confessato di portare nel cuore "un peso". "La storia ci dice che anche i cristiani, anche i cattolici, non sono estranei a tanto male. Vorrei chiedere perdono per questo", ha detto il pontefice.
Francesco ai rom: "Avete un ruolo da protagonista da assumere"
La comunità rom ha valori da condividere e per questo occorre lasciare "cadere le barriere" di separazione, ha proseguito Francesco. "Voi come popolo avete un ruolo da protagonista da assumere - ha esortato il pontefice - e non dovete avere paura di condividere e offrire quelle specifiche caratteristiche che vi costituiscono e che segnano il vostro cammino, e delle quali abbiamo tanto bisogno: il valore della vita e della famiglia in senso allargato (cugini, zii,..); la solidarietà, l'ospitalità, l'aiuto, il sostegno e la difesa dei più deboli all'interno della loro comunità; la valorizzazione e il rispetto degli anziani; il senso religioso della vita, la spontaneità e la gioia di vivere. Non private le società in cui vi trovate di questi doni", ha concluso Francesco.