Bufera procure, Palamara interrogato: "Mai ricevuto soldi per nomine"

Cronaca

Il sostituto procuratore di Roma, indagato per corruzione e accusato di aver pilotato le nomine dei magistrati, è stato ascoltato per tre ore a Perugia: "Mai e poi mai avrei interferito per la nomina del procuratore di Gela o per danneggiare qualche parte processuale"

"Ho chiarito ai pubblici ministeri di Perugia la mia totale estraneità a questi fatti che hanno leso la mia dignità di uomo. Non ho mai ricevuto alcuna somma di denaro e mai e poi mai avrei interferito per la nomina del procuratore di Gela o per danneggiare qualche parte processuale nei procedimenti disciplinari". A dirlo è il sostituto procuratore di Roma Luca Palamara al termine di un nuovo interrogatorio, durato circa tre ore, davanti ai pm del capoluogo umbro. "Metto a disposizione di tutti, e l'ho fatto oggi con gli inquirenti di Perugia, il mio conto corrente", ha aggiunto Palamara. Il magistrato ha rifiutato "con nettezza e fermezza" l'accusa di avere ricevuto 40 mila euro dagli avvocati Calafiore e Amara, che dice di non aver mai conosciuto, per favorire la nomina, non andata in porto, di Giancarlo Longo a procuratore di Gela. Palamara, ex consigliere del Csm ed ex presidente dell'Anm, è accusato di corruzione. Avrebbe ricevuto viaggi, anelli e decine di migliaia di euro per pilotare le nomine dei magistrati a capo delle Procure. Sono indagati insieme a lui anche il pm di Roma Stefano Rocco Fava e il consigliere del Csm Luigi Spina.

"Mai interferito per la nomina del procuratore di Gela"

Il confronto si è svolto negli uffici giudiziari perugini dopo che ieri sera il magistrato era stato sentito per più di quattro ore a Roma, in una caserma della guardia di finanza. "Ho chiarito tutti i fatti relativi ai viaggi - ha aggiunto Palamara - iniziando a fornire una documentazione che grazie alla disponibilità dei pm perugini intendo continuare a dare per fugare ogni dubbio su qualsiasi ipotesi di pagamento di alcunché o di avere ricevuto utilità relative a viaggi o altri temi". Il magistrato ha detto di aver voluto "mandare un segnale distensivo nell'interesse della magistratura tutta" e ha respinto fermamente le accuse:  "Non mi riconosco - ha evidenziato - su questa valanga di fango caduta sulla mia persona e sulla magistratura intera. Non avrei mai inteso danneggiare alcuno, tanto meno i colleghi del mio Ufficio verso i quali ho sempre manifestato stima, disponibilità e attenzione. Non ho mai barattato la mia dignità e professione con alcuno. E mai lo farò". Palamara si è detto "certo della mia totale estraneità ai fatti. Lo devo ai miei figli, alla famiglia, ai magistrati italiani e a tutte quelle persone che hanno riposto fiducia in me".

Gli accertamenti del ministero della Giustizia

Intanto, le vicende che stanno investendo i giudici Palamara e Stefano Rocco Fava sono all'attenzione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che, già nei primi giorni di maggio, ha investito l'ispettorato del ministero del compito di svolgere "accertamenti, valutazioni e proposte". Lo si apprende da fonti di via Arenula. Fava è indagato per favoreggiamento e rivelazione del segreto di ufficio in concorso. Nell'avviso di garanzia, i pm di Perugia contestano a Fava di aver rivelato a Palamara notizie sulle indagini a suo carico e di averlo aiutato a eluderle fornendo atti e documenti.

Nuove accuse: a Palamara regalato anche cenone Capodanno

E spuntano anche nuove indiscrezioni sull'inchiesta. Non solo viaggi, soldi e gioielli. Tra i regali fatti dall'imprenditore Fabrizio Centofanti all'allora consigliere del Csm, Luca Palamara, ci sarebbero anche - secondo gli inquirenti che lo hanno indagato per corruzione - un cenone di Capodanno. E' quanto emerge dal decreto della perquisizione disposta dalla Procura di Perugia nei confronti dell'attuale sostituto procuratore a piazzale Clodio. Secondo quanto si legge nel documento, "il nucleo familiare di Luca Palamara risultava aver soggiornato in un albergo a Madonna di Campiglio dal 26 dicembre 2014 al 3 gennaio 2015 e nella dicitura della prenotazione emergeva il riferimento ad uno sconto del 30% che avrebbe pagato Centofanti, e a carico di quest'ultimo risultava anche il pagamento della cena di capodanno per 456 euro".

L'Anm convoca vertice d'urgenza per valutare la vicenda

L'Associazione nazionale magistrati, attraverso una nota, fa sapere che chiederà alla Procura di Perugia "gli atti ostensibili per poter avere una diretta conoscenza dei fatti e consentire una preliminare istruzione dei probiviri sulle condotte di tutti i colleghi, iscritti alla Anm, che risultassero in essi coinvolti". L'Anm ha inoltre convocato, con assoluta urgenza, il Comitato Direttivo Centrale per mercoledì 5 giugno alle 9 "al fine di valutare i fatti emersi e quelli che dovessero emergere, e di adottare ogni conseguente iniziativa".

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