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Strage di Capaci, Mattarella: "Il sacrificio di Falcone fu motore della riscossa civile"

Cronaca

A 27 anni dall'attentato contro il magistrato e la sua scorta, il presidente Sergio Mattarella ha ricordato anche la morte di Paolo Borsellino. "La Repubblica si inchina alle vittime, la riscossa deve proseguire fino alla sconfitta definitiva della mafia", ha detto
 

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"Il loro sacrificio è divenuto motore di una riscossa di civiltà, che ha dato forza allo Stato nell'azione di contrasto e ha reso ancor più esigente il dovere dei cittadini e delle comunità di fare la propria parte per prosciugare i bacini in cui vivono le mafie". Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a 27 anni dalla strage di Capaci ha ricordato Giovanni Falcone e le altre vittime, affermando che la "riscossa ha già prodotto risultati importanti. Ma deve proseguire. Fino alla sconfitta definitiva della mafia".

"Rassegnazione e indifferenza sono complici della mafia"

Il presidente ha sottolineato la linea di sangue che unisce le stragi di Capaci e di via D'Amelio, "legate dalla medesima, orrenda strategia criminale: la Repubblica si inchina nel ricordo delle vittime e si stringe ai familiari", ha aggiunto Mattarella, ringraziando "quanti da una ferita così profonda hanno tratto ragione di un maggior impegno civico per combattere la mafia, le sue connivenze, ma anche la rassegnazione e l'indifferenza che le sono complici".

"Spezzate le vite, non l'esempio"

"Falcone e Borsellino hanno cominciato a battere la mafia con il loro lavoro coraggioso, con innovativi metodi di indagine, con l'azione nei processi, con il dialogo nella società, nelle scuole, soprattutto con una speciale attenzione all'educazione dei giovani", ricorda il presidente della Repubblica. "Falcone avrebbe da pochi giorni festeggiato i suoi 80 anni. La mafia sanguinaria ha spezzato la sua vita, ma non il suo esempio di magistrato, il suo insegnamento di uomo delle istituzioni, la sua testimonianza civile. L'eredità costituita dalle sue conoscenze, dalla sua tenacia, dal suo rigore etico, è un patrimonio preziosissimo".

"Simboli di legalità"

Mattarella ha poi voluto elencare uno ad uno i nomi delle vittime: "I nomi di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina sono indimenticabili. Nella loro disumanità gli assassini li hanno  colpiti anche come simboli - a loro avversi - delle istituzioni democratiche e della legalità".