Riace vince il ricorso al Tar, annullata l'esclusione dallo Sprar

Cronaca

Il Tribunale amministrativo calabrese ha accolto il ricorso del vicesindaco e ha quindi annullato il provvedimento del Viminale che aveva escluso il comune dal sistema di protezione per i rifugiati. Lucano: "Bella notizia, ma hanno comunque distrutto Riace"

Il Tar della Calabria, accogliendo il ricorso del comune diventato simbolo dell’accoglienza, ha annullato il provvedimento del Ministero dell'Interno che aveva escluso Riace dallo Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Il ricorso era stato presentato dal vicesindaco Giuseppe Gervasi l’1 gennaio scorso. La decisione è basata essenzialmente sulla circostanza, evidenziata dai difensori del Comune, che a Riace sia stato autorizzato il finanziamento per il triennio "2017-2019, in prosecuzione del triennio precedente senza avere comminato penalità, e dall'altro, quasi contestualmente, ha assunto un atto che fonda le penalità e, dunque, la revoca su criticità afferenti al precedente triennio". Mimmo Lucano (CHI È), il sindaco sospeso di Riace che ha deciso di ricandidarsi come consigliere comunale, commenta così il provvedimento: "Sono contento, ero fiducioso perché ho capito che stavano facendo una forzatura, anche dal punto di vista amministrativo. Era tutto prestabilito perché bisognava raggiungere l'obiettivo di azzerare Riace e allora è stato come un tiro incrociato da diversi punti di vista. È una notizia positiva ma comunque hanno distrutto Riace", evidenziaLucano, che aggiunge: "Da noi, intanto, sono stati tutti trasferiti, ed il Tar dimostra che non era giusto. Adesso ci vuole un tempo lunghissimo per ripartire". Lucano poi sottolinea: "Adesso il Tar dice che abbiamo ragione, ma intanto lo Sprar di Riace è stato azzerato.

Viminale doveva mettere in condizione Riace di rimediare a criticità

Nel suo dispositivo, il Tar riconosce che il Ministero degli Interni non ha mai puntualmente contestato al comune di Riace le irregolarità rilevate, né gli ha mai assegnato, così come avrebbe dovuto, un termine per ottemperare. Secondo l'associazione “Italia stato di diritto”, intervenuta in sostegno al ricorso del Comune di Riace, era invece importante "che il Ministero mettesse il Comune in condizioni di rimediare alle criticità del suo operato e così cercare di conservare i finanziamenti ottenuti. I giudici del Tar contestano al Ministero anche di aver fondato la revoca dei finanziamenti su "difficoltà del sistema Riace" gia note e che, anzi, "non avevano a suo tempo impedito la precedente decisione di prosecuzione del finanziamento al Comune”.

“Contraddittorietà manifesta” tra prosecuzione Sprar e successiva esclusione

Secondo i giudici del Tar “la contraddittorietà tra la prosecuzione autorizzata a dicembre e la successiva nota di gennaio” è “manifesta”. L'autorizzazione alla prosecuzione del progetto, prosegue il Collegio del Tar, “può, dunque, trovare spiegazione solo con 'la massima benevolenza dell'amministrazione', di cui dà conto la difesa erariale, evidentemente attuatasi mettendo a disposizione del Comune risorse umane e finanziarie, nonostante il riscontrato caos gestionale ed operativo, che emerge con chiarezza dagli atti di causa”.

Dai giudici segnalazione alla Corte dei conti

Per i giudici “il progetto avrebbe dovuto essere eventualmente chiuso alla scadenza naturale. Averne autorizzato la prosecuzione, lasciando la gestione di ingenti risorse pubbliche in mano ad un'amministrazione comunale, per quanto ricca di buoni propositi e di idee innovative, ritenuta priva delle risorse tecniche per gestirle in modo puntuale ed efficiente, appare fonte di danno erariale che dovrà essere segnalato alla Procura presso la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Regione Calabria ed alla Procura presso la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Regione Lazio, per i rispettivi profili di competenza".

I giudici: “Meriti del ‘sistema Riace’ hanno fatto ritenere superate le criticità”

Scrivono ancora i giudici del Tar: "Ritiene il Collegio che i riconosciuti ed innegabili meriti del 'sistema Riace' abbiano giocato un ruolo decisivo nel ritenere superate (e non penalizzanti) le criticità rilevate nel precedente triennio, le quali però non avrebbero potuto essere recuperate a posteriori, per motivare la revoca, se non rinnovando per intero il procedimento”.

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