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Gabrielli e il tweet della polizia a Saviano: "Ho diritto di reagire e chiedere rispetto"

Cronaca

Il capo della polizia in un’intervista rivendica il messaggio sui social per rispondere allo scrittore: “Quel tweet non appartiene a un funzionario anonimo sfuggito al controllo dell’amministrazione, ma è stato sollecitato e autorizzato”

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"Stiamo attraversando un momento particolare nella vita del Paese, vigilia di un appuntamento elettorale importante e caratterizzato da qualche tensione politica. Proprio per questo credo sia interesse di tutti non contribuire ad alimentarle, né coinvolgere nelle dispute quotidiane istituzioni di garanzia come la nostra, tirandole da una parte o dall'altra. Noi siamo la polizia di Stato, non una polizia privata al servizio di questo o quel ministro". Lo dice il capo della polizia, Franco Gabrielli, intervistato dal Corriere della Sera. Riguardo alle polemiche suscitate da alcuni interventi degli agenti durante comizi del ministro dell'Interno e leader della Lega, Matteo Salvini, Gabrielli puntualizza: "Io non ho il potere di censurare l'azione del ministro. Se ravviso comportamenti scorretti dei miei uomini agisco di conseguenza. Senza attendere le reprimende di chicchessia".

Il tweet a Saviano? "Ho il diritto e il dovere di chiedere rispetto"

Il capo della polizia rivendica poi il tweet del profilo ufficiale della polizia di Stato che ha risposto a Roberto Saviano (“Non appartiene a un funzionario anonimo sfuggito al controllo dell’amministrazione, ma è stato sollecitato e autorizzato”), e afferma: "Si è trattato di accuse ingiuste e ingenerose, perché coinvolgono la polizia in una polemica politica che non ci appartiene. Io come vertice di questa amministrazione posso provare fastidio e preoccupazione quando il ministro dell'Interno viene definito 'ministro della Malavita', ma non mi sono mai permesso di interloquire. Se però la mia amministrazione viene chiamata in causa con affermazioni false, ho il dovere, oltre che il diritto, di reagire e di chiedere rispetto".