Otto fermati: sono accusati di tortura e sequestro di persona per il decesso del 65enne Antonio Cosimo Stano, avvenuto il 23 aprile scorso. La polizia diffonde il filmato di un'aggressione all'anziano. Pm: "Video circolavano in tutto il paese"
Otto persone, tra cui sei minori, della cosiddetta "comitiva degli orfanelli" sono stati fermati dagli agenti della Questura di Taranto, per il pestaggio di Antonio Cosimo Stano, il pensionato di 65 anni morto il 23 aprile scorso dopo essere stato picchiato e bullizzato dalla baby gang a Manduria. I reati che la Procura di Taranto contesta ai fermati sono quelli di tortura, danneggiamento, violazione di domicilio e sequestro di persona aggravati. Sono diversi gli episodi per i quali si procede per il reato di tortura (articolo 613 bis del codice penale) a carico degli 8 giovani. Nel provvedimento cautelare vengono descritti diversi raid compiuti a gruppi dai giovanissimi, per strada o anche in casa dell'anziano, e si parla di altri ragazzi in via di identificazione. "I video circolavano non solo nelle chat ma in tutta la cittadina di Manduria. In tanti sapevano", ha detto il procuratore del tribunale per i minori Pina Montanaro illustrando i dettagli dell'inchiesta (GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI).
Contestati più episodi di tortura
Nel provvedimento cautelare si leggono i dettagli delle “aggressioni fisiche, la derisione e la vessazione" del pensionato "individuato quale bersaglio per le sue condizioni di minorata difesa, in quanto soggetto solo ed affetto da disturbi psichici, in circostanze e tempi diversi”. Veniva usata violenza verbale e fisica che provocava all’uomo "acute sofferenze fisiche e un verificabile trauma psichico". Azioni tali da indurre Stano "da circa metà marzo a non uscire da casa, neanche per acquistare generi di prima necessità cosi da cadere in uno stato di grave astenia, per terrore di essere oggetto di molestie ed aggressioni". In un’occasione, dopo aver sfondato a calci la porta di ingresso dell'abitazione di Stano, l’uomo è stato colpito "con schiaffi al volto e calci alle gambe” e uno dei bulli "riprendeva la scena con il telefono cellulare". In un altro raid nell'abitazione della vittima, una decina di giovani, "nonostante le grida di aiuto e di disperazione" del pensionato, si sarebbe introdotta in casa spingendo l'uomo in un angolo e colpendolo "violentemente con mazze, bastoni e scope mentre Stano cercava di proteggersi”.
Decisivi i video delle aggressioni
I video delle aggressioni e delle torture hanno consentito di attribuire responsabilità precise agli otto giovani (6 minori di 17 anni e due maggiorenni di 19 e 22 anni). Altri sei minori restano indagati in stato di libertà. La misura cautelare non riguarda l'ipotesi di omicidio preterintenzionale perché si attende il responso dell'autopsia eseguita dal medico legale Liliana Innamorato per stabilire l'eventuale nesso di causalità tra violenze e decesso, o se le percosse abbiano aggravato lo stato di salute di Stano fino a determinarne la morte. I giovani, secondo gli inquirenti, durante gli assalti nell'abitazione dell'uomo e per strada si sarebbero ripresi con i telefonini - poi sequestrati dagli investigatori - mentre sottoponevano la vittima a violenze e torture con calci, pugni e bastoni di plastica, per poi diffondere i video nelle chat di Whatsapp.
Il filmato diffuso dalla polizia
La polizia ha diffuso uno dei video delle aggressioni. Nel filmato girato con un telefonino da uno dei gli indagati, il pensionato cerca di difendersi urlando "Polizia", "Carabinieri", mentre i bulli divertiti cercano di colpirlo con calci e lo deridono. I componenti della baby gang, che si facevano chiamare "gli orfanelli", si erano accaniti contro il pensionato, ex dipendente dell'Arsenale militare, che soffriva di un disagio psichico ed era incapace di difendersi e di reagire.
Il procuratore: crudeltà e violenza aumentavano con la diffusione sul web
"Noi - ha aggiunto il procuratore Montanaro - abbiamo acquisito diverso materiale probatorio a seguito dei sequestri dei cellulari di tutti gli indagati. Da questo materiale, con l'ausilio di una consulenza tecnica, stiamo estraendo non solo file video ma anche audio. L'insieme delle conversazioni in chat che i ragazzi avevano. Cosa emerge da questo primo esame del materiale? Un uso distorto del web. Queste ragazzi utilizzavano il web per esaltare, condividere le loro nefandezze". La visione "dei video e l'ascolto dei file audio - ha precisato il magistrato inquirente - evidenzia come la crudeltà e la violenza si autoalimentasse e aumentasse in maniera esponenziale laddove le nefandezze venivano diffuse all'interno del web, non soltanto nelle chat di cui gli indagati facevano parte ma in tutta la cittadina, su altri telefoni. La quasi totalità della cittadina manduriana era a conoscenza di quello che accadeva e aveva modo di visionare queste crudeltà che sistematicamente venivano poste in atto".
La vicenda di Manduria
Stano è morto dopo un ricovero in ospedale durante il quale era stato sottoposto a due interventi per suturare una perforazione gastrica e per una emorragia intestinale. Il 6 aprile gli agenti di polizia, dopo le segnalazioni di alcuni vicini, lo avevano trovato in casa, legato a una sedia dalla quale probabilmente non si muoveva da giorni. La vittima avrebbe subito una serie di assalti nella sua abitazione da parte del branco di ragazzi: lo avrebbero aggredito, rapinato e bullizzato. Per questo motivo, Stano sarebbe stato costretto a rinchiudersi in casa e a non mangiare per giorni. Nell'abitazione dell'uomo sono state trovate tracce delle violenze subite. Alcuni vicini della vittima avrebbero raccontato che era bersaglio della baby-gang sin dal 2012. Sulla morte dell'uomo ci sono le inchieste di due procure. Il Tribunale dei minori, nei giorni scorsi, ha aperto un fascicolo d’inchiesta e iscritto nel registro degli indagati il nome di 12 ragazzini, il tribunale ordinario il nome di due giovani di 19 e 22 anni. Nella giornata di lunedì 29 aprile si sono svolti i funerali di Stano.