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Riace, nuova indagine su Mimmo Lucano: contestati truffa e falso

Cronaca

Il giorno dopo il rinvio a giudizio con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, nuovo avviso di garanzia per il sindaco sospeso di Riace. Gli vengono contestati 8 episodi di truffa nell'ambito delle strutture di accoglienza del comune della Locride

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Nuova indagine a carico del sindaco sospeso di Riace Mimmo Lucano (CHI È). La Procura di Locri ha emesso nei suoi confronti un avviso di conclusione delle indagini. A Lucano vengono contestati i reati di truffa e falso ideologico in relazione alla gestione dei migranti nel centro della Locride, materia per la quale lo stesso Lucano fu arrestato nell'ottobre del 2018. Con Lucano, nel procedimento per il quale è stato emesso l'avviso, sono indagate altre nove persone. Il nuovo avviso di garanzia arriva dopo che ieri, 11 aprile, il sindaco sospeso di Riace è stato rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta “Xenia” con le accuse di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, abuso d'ufficio, associazione a delinquere e truffa.

Contestati 8 episodi di truffa nell'ambito delle strutture di accoglienza

Gli episodi di truffa contestati a Lucano sono otto. Gli viene contestato, in particolare, "di avere indotto in errore il ministero dell'Interno e la Prefettura di Reggio Calabria ricorrendo all'artificio di predisporre una falsa attestazione", a firma dello stesso Lucano, "in cui veniva dichiarato che le strutture di accoglienza per ospitare i migranti esistenti nel territorio del comune di Riace erano rispondenti e conformi alle normative vigenti in materia di idoneità abitativa, impiantistica e condizioni igienico-sanitarie, laddove così in effetti non era”. Secondo le accuse gli appartamenti delle strutture di accoglienza erano “privi di collaudo statico e certificato di abitabilità, documenti indispensabili per l'utilizzo sopra specificato e per come richiesto dal manuale operativo Sprar e dalle convenzioni stipulate tra il Comune di Riace e la Prefettura di Reggio Calabria".

Divieto di dimora a Riace prolungato di un anno

A causa del rinvio a giudizio Lucano vedrà prolungarsi di un anno il divieto di dimora a Riace, che il Tribunale della libertà di Reggio Calabria aveva emesso nei suoi confronti per una durata di sei mesi. Lo stesso Tribunale della libertà di Reggio Calabria, comunque, dovrà pronunciarsi nuovamente sul divieto di dimora a carico di Lucano dopo il recente annullamento con rinvio del provvedimento da parte della Corte di cassazione.