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Congresso famiglie: dopo polemiche il presidente Istat Blangiardo rinuncia a partecipare

Cronaca

Il neo presidente dell’Istituto di Statistica era tra i relatori di una tavola rotonda sulla crisi demografica. Immediata la reazione della Cgil Istat: “Mette a rischio la reputazione dell’Ente, non vada”. Poi la retromarcia, l'ufficio stampa: "Decisione era personale"

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Dopo le forti polemiche, il neo presidente dell'Istat, il demografo Giancarlo Blangiardo, rinuncia a partecipare al discusso Congresso mondiale delle famiglie che si svolgerà a Verona dal 29 al 31 marzo. Blangiardo, come mostrava il programma diffuso dagli organizzatori del summit, era tra i relatori di una tavola rotonda dal titolo "Protezione della vita e crisi demografica", insieme al senatore Simone Pillon, allo psichiatra Alessandro Meluzzi, e a Giovanni Serpelloni, ex capo del dipartimento anti droga della presidenza del Consiglio. Sulla sua partecipazione immediate erano state le reazioni di Cgil Istat e Femministat: "Non vada, mette a rischio la reputazione dell'Ente". Il presidente Blangiardo - spiega l'ufficio stampa dell'Istituto di Statistica - "a fronte del clamore che sta suscitando una sua eventuale presenza - peraltro come studioso - al congresso di Verona, ha rinunciato a partecipare al fine di evitare che una decisione del tutto personale possa essere interpretata come una decisione del presidente dell'Istat".

Le polemiche sul Congresso

La partecipazione - poi ritirata - di Blangiardo, che nella borchure veniva indicato come professore di Demografia, è solo l'ultima delle presenze che hanno scatenato polemiche intorno all'evento, che secondo i critici è "oscurantista" e di estrema destra. Mentre si stanno organizzano contromanifestazioni che hanno un parterre sempre più ampio di adesioni - sono di oggi quella di Amnesty, quella del Telefono rosa, del segretario della Cgil Maurizio Landini e del sindaco di Napoli Luigi de Magistris - nel pomeriggio è stato organizzato un flash mob di un gruppo di militanti Lgbt del "Circolo Pink" di Verona che hanno fatto irruzione nel Palazzo della Gran Guardia, sede del Congresso, armati di spray e tute: "Disinfestiamo la città: da venerdì a domenica - hanno affermato - Verona sarà infestata da pericolosi germi infettivi, noi ci rifiutiamo di respirare quest'aria. Verona è malata da molti anni, infiltrata dal radicalismo di destra e dall'oscurantismo". 

Cos'è il Congresso delle famiglie

Il World Congress of Families, Congresso Mondiale delle Famiglie, è arrivato alla sua tredicesima edizione, l’anno scorso si è tenuto in Moldavia e l’anno prima in Ungheria. L’obiettivo dell’evento, si legge sul sito dedicato, è “affermare, celebrare e difendere la famiglia naturale come sola unità stabile e fondamentale della società”. È organizzato ogni anno dall’Organizzazione internazionale per la Famiglia (Iof), il cui presidente - dal 2016 - è Brian S. Brown. Presidente e vicepresidente del XIII Congresso sono Antonio Brandi e Jacopo Coghe. Partecipano associazioni ultraconservatrici come "Provita". Tanti i relatori e gli ospiti attesi. Tra questi, il vicepremier Matteo Salvini, i ministri della Famiglia Lorenzo Fontana e della Scuola Marco Bussetti, la presidente di Fdi Giorgia Meloni, il governatore del Veneto Luca Zaia e Simone Pillon relatore della legge sull'affido condiviso. Nello stesso week-end sono previste a Verona alcune contromanifestazioni. Il 22 marzo, dopo giorni di polemiche, il governo ha tolto il patrocinio all’evento, diffidando gli organizzatori dall'usare il logo di Palazzo Chigi.

Bussetti: "Non comprendo le polemiche"

Intanto il ministro della Scuola Marco Bussetti si smarca dalle polemiche che vedono anche la sua partecipazione al congresso: "Non comprendo queste divisioni, sono stato invitato a un convegno ed andrò ad esporre quello che è il mio pensiero rispetto a scuola e famiglia". Mentre il governatore della Lombardia Attilio Fontana fa sapere che non sarà presente, pur rispettando le opinioni di tutti. Le polemiche non accennano dunque a finire. Farà discutere la presenza di Silvana De Mari, medico e scrittrice di libri fantasy condannata per diffamazione perché secondo il giudice "offendeva in più occasioni l'onore e la reputazione delle persone con tendenza omosessuale" e sostenitrice di una relazione tra omosessualità e satanismo. De Mari è stata al centro di polemiche per affermazioni che sostengono sia "documentato che gli uomini che fanno sesso con altri uomini hanno rischi maggiori di contrarre malattie e tumori".