Droga, estorsioni, imposizione di una marca di caffè ai bar, ma anche turismo. Sono i campi nei quali la mafia del dopo Riina fa affari. Emerge dal blitz che ha smantellato il mandamento di Porta Nuova, uno dei più ricchi, che tra l’altro gestiva la Pronto Bus Sicilia
Colpo alla nuova mafia. Quella del dopo Riina che fa affari con lo spaccio di cocaina, venduta soprattutto a professionisti, con il traffico di armi, ma anche con l'imposizione delle forniture di caffè ai bar.
32 arresti
La Dda ha smantellato il mandamento mafioso di Porta Nuova e arrestato 32 persone ritenute, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, favoreggiamento reale aggravato, trasferimento fraudolento di valori, sleale concorrenza aggravata dalle finalità mafiose, spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illecita di armi.
Cocaina nella Palermo bene
Secondo quanto emerge dall’operazione antimafia è lo spaccio di droga "la principale fonte di reddito di Cosa nostra". E la “domanda non accenna a decrescere, anzi sembra in continua crescita". Tra i clienti molti professionisti, imprenditori, architetti, dentisti.
Forniture di caffè imposte al bar
Sono state anche individuate due diverse attività, una imprenditoriale e l’altra commerciale a Palermo e riconducibili agli esponenti di vertice di Cosa Nostra, ma intestate a prestanome. Secondo quanto si apprende, con l’intimidazione mafiosa il gruppo di Porta Nuova avrebbe creato illecita concorrenza aggravata dal metodo mafioso per avere imposto la fornitura di caffè a bar del territorio.
Cupola 2.0
Alcuni degli elementi indiziari emersi nel corso delle indagini erano già confluiti nel provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Dda di Palermo ed eseguito il 4 dicembre 2018 nel corso dell'operazione "Cupola 2.0" con cui è stata smantellata la nuova commissione provinciale di Cosa nostra palermitana, che si era riunita per la prima volta il 29 maggio 2018 nella località di Altarello di Baida, così come confermato anche da successive dichiarazioni dei due nuovi collaboratori di giustizia.