Pastori sardi, accordo sul prezzo del latte: 74 centesimi al litro

Cronaca

Intesa raggiunta in Prefettura a Sassari. Ai produttori è stato anche promesso un conguaglio a novembre in base a quanto sarà venduto il pecorino. Tavolo di filiera convocato per il 15 marzo

Dopo le proteste dei pastori sardi, è stato trovato oggi l’accordo sul prezzo del latte: sarà di 74 centesimi al litro. In più ai produttori è stato promesso un conguaglio a novembre in base al prezzo di mercato del pecorino romano. L’intesa è stata raggiunta in Prefettura a Sassari durante un incontro al quale hanno partecipato i rappresentanti dei pastori, le aziende di trasformazione con i rappresentanti del governo, della Regione Sardegna e delle associazioni di categoria. "È la dimostrazione - ha commentato il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio - che quando ci si siede a un tavolo con spirito costruttivo si raggiungono importanti traguardi''.  Via libera anche al tavolo di filiera dell'ovicaprino: la prima riunione è convocata il 15 marzo alle 10 ed è prevista sempre nella Prefettura di Sassari. Un confronto su cui ripongono speranze gli allevatori. "Soddisfatti? È un punto di partenza, ma ora c'è da prendere in mano tutta la fase strutturale", ha detto al termine del vertice Gianuario Falchi, uno dei pastori che fa parte della delegazione presente all'incontro a Sassari. Il 9 marzo, il giorno dopo l'accordo trovato, si è però verificato un nuovo assalto armato ad un'autocisterna nel Sassarese, data alle fiamme con tutto il suo carico.

Cosa prevede l'accordo

Due le proposte differenti fatte da allevatori e trasformatori: i primi hanno chiesto che si partisse da un prezzo medio di 80 centesimi al litro, mentre i secondi avevano proposto 72 centesimi, base stabilita 10 giorni fa. L'accordo sul prezzo del latte ovino in Sardegna poggia su diversi meccanismi che entrano da subito in vigore. Ai pastori verranno pagati 72 centesimi al litro per febbraio e 74 centesimi da marzo sino a fine campagna, come acconto per il conferimento del prodotto appena munto. A novembre 2019, quando sarà il momento del saldo su tutto il latte prodotto e portato ai caseifici industriali e alle cooperative, il prezzo del conguaglio da corrispondere agli allevatori sarà calcolato in base al prezzo del pecorino romano sul listino della Camera di commercio di Milano. I due prodotti, in questo modo, dovrebbero andare di pari passo. La griglia prevede: 72 centesimi al litro per un prezzo del formaggio di 6 euro al chilo, 76 centesimi al litro per il pecorino a 6 euro e 50 centesimi, 83 centesimi con il formaggio a 7 euro, 90 centesimi per il pecorino a 7 euro e 50, 96 centesimi con il formaggio a 8 euro, 1 euro e 2 centesimi con il pecorino a 8 euro e 50 al chilo.

Le penali sullo sforamento di produzione di pecorino

Concordata anche un'attribuzione delle quote di produzione direttamente al pastore che, dunque, potrà decidere di cambiare liberamente conferitore e trasferire con sé la quota di latte a lui attribuita nel caseificio di riferimento che sceglierà. L'intesa raggiunta a Sassari, come spiega Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna, prevede, inoltre, "una revisione delle penali sugli sforamenti delle quote di produzione del pecorino da parte delle aziende casearie". Cualbu spiega: "In Sardegna 35 su 37 già sono andate oltre i limiti consentiti. Attualmente a queste aziende viene applicata una penale di 16 centesimi a chilogrammo a fronte di 2,5 euro al chilogrammo di penale prevista per lo sforamento delle quote di produzione del parmigiano reggiano". Previste pure risorse destinate al ritiro del formaggio invenduto col bando indigenti, cui il decreto Agricoltura, approvato ieri dal Cdm, ha destinato 14 milioni di euro che verranno rigorosamente destinate alle sole aziende di produzione del pecorino Dop e non a quelle di commercializzazione. Infine, ci sono 5 milioni di euro per l'abbattimento degli interessi sui mutui agrari.

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