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Sei mesi fa il crollo del Ponte Morandi, Bucci: "Non abbiamo mai abbassato la testa"

Cronaca

Il 14 agosto il viadotto sul Polcevera è crollato a Genova, uccidendo in tutto 43 persone. Oggi il governatore Toti lo ricorda dicendo che “la speranza e la voglia di ripartire sono intatte e forti”. Per la ricostruzione, ribadisce Toninelli, sarà Autostrade a pagare

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Sono passati sei mesi da quel 14 agosto in cui il ponte Morandi di Genova è crollato, portandosi via con sé la vita di 43 persone. Ma i genovesi “non hanno mai abbassato la testa”. Lo dice oggi il sindaco della città e commissario per la ricostruzione Marco Bucci, con un messaggio postato sui social alle 11.36, orario esatto del crollo. "Siamo stati uniti, solidi e caparbi, proprio come la nostra storia ci ha sempre insegnato ad essere”, ha scritto il primo cittadino. “Sei mesi dopo quel tragico giorno ci stringiamo intorno alle famiglie delle 43 persone che ci hanno lasciato. Oggi Genova guarda al futuro vedendo realizzate nuove opere che abbiamo e stiamo costruendo, giorno dopo giorno, nell'interesse di tutti i cittadini, senza mai dimenticare quello che è successo".

Toti: "La Liguria mai arresa"

Il ricordo per quel che è successo arriva anche dal presidente della Regione, Giovanni Toti, che sottolinea su Facebook: “La Liguria non si è mai arresa. Il mio pensiero oggi va prima di tutto alle 43 vittime e alle loro famiglie”, scrive il governatore. “Lo sguardo è sempre rivolto verso il futuro, per la Liguria e per tutti i cittadini che non si sono mai arresi, nonostante le difficoltà. A Genova si è spezzato un ponte, ma la speranza e la voglia di ripartire sono intatte e forti, ogni giorno di più. Lavoriamo per voi”. Alla stessa ora del crollo, le 11.36, nei cantieri della demolizione – attualmente in corso – è stato osservato un minuto di silenzio in memoria delle 43 vittime. Contemporaneamente si è svolta, come ogni mese, la commemorazione al presidio di via Fillak. Oggi, per la prima volta, cittadini, comitati e associazioni si sono incontrati con sullo sfondo il moncone ovest parzialmente smontato.

I lavori sul viadotto

Alla vigilia della ricorrenza semestrale, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha annunciato via Twitter: “Come promesso Autostrade per l'Italia pagherà l'intera somma della demolizione e ricostruzione del ponte di Genova. In una lettera l'impegno: 290,9 milioni che doverosamente tornano così alla collettività. Bene così". Ricostruzione che potrà cominciare solo quando lo permetteranno i lavori di demolizione, iniziati dal moncone ovest del viadotto l’8 febbraio scorso (FOTO): quel giorno, dopo dieci ore di operazioni, è stata portata a terra la trave da 900 tonnellate tra la pila 7 e 8. La società di Giovanni Castellucci, però, è stata esclusa dalla gara per i lavori del ponte, così come voluto dall’esecutivo gialloverde. Aspi, infatti, pagherà per i lavori ma non è stata considerata tra le papabili: per la realizzazione del nuovo ponte è stato scelto il progetto di Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr, basato sull’idea di Renzo Piano. Secondo il sindaco/commissario Marco Bucci, "l'ultima parte demolita sarà a fine maggio, primi di giugno, ma la ricostruzione partirà prima, il 31 marzo”. 

L’inchiesta sul crollo

Intanto, procedono le indagini della procura di Genova relative al crollo del viadotto. Recentemente cinque nuovi nomi sono stati iscritti nel registro dai pm: si tratta di tecnici e dirigenti di Autostrade per l’Italia e Spea, le due società a loro volta coinvolte nell’inchiesta. Per loro l'accusa è di falso in procedimento connesso ai controlli su altri cinque viadotti che sarebbero in stato critico, tra cui il Paolillo in Puglia e Pecetti e Sei Luci a Genova. La Guardia di finanza ha effettuato perquisizioni e sequestri in diverse sedi delle due società, acquisendo documentazione sui vari ponti a rischio.