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Arresto Battisti, Salvini e Bonafede indagati per il video: Procura chiede archiviazione

Cronaca

I due ministri sono accusati di “mancata tutela della dignità della persona arrestata”, per le modalità con cui è stato accolto l’ex terrorista a Ciampino e diffuso il video della sua cattura. Per i pm però manca il dolo e il procedimento è da archiviare

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Due ministri, quello dell’Interno Matteo Salvini e quello della Giustizia Alfonso Bonafede, sono indagati per la vicenda del video con l'arresto di Cesare Battisti e per le modalità del suo arrivo a Ciampino. Dopo un esposto, i due erano stati iscritti con l’ipotesi di reato di mancata tutela della dignità della persona arrestata. La Procura di Roma ha trasmesso gli atti al Tribunale dei ministri ma ha già chiesto l'archiviazione per mancanza di dolo. 

Le presunte violazioni

Sulla “gestione” di Battisti al momento del suo arrivo in Italia e sulle fasi successive legate alle procedure di identificazione erano stati presentati diversi esposti. Tra questi, uno firmato dalla Camera penale di Roma, l'organizzazione che rappresenta gli avvocati penalisti, e trasmesso per conoscenza anche al Garante per la privacy e al Garante dei diritti dei detenuti. Nell’esposto si chiedeva di verificare l’eventuale violazione dell’articolo 114 del codice di procedura penale che stabilisce “il divieto di pubblicazione dell'immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all'uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica” e l'articolo 42 bis dell'ordinamento penitenziario che prevede sanzioni a carico di chi non adotti “le opportune cautele per proteggere i soggetti tradotti dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità, nonché per evitare ad essi inutili disagi”. Non solo: per il direttivo del sindacato dei penalisti di Roma quel video su Battisti aveva determinato la violazione anche dell'articolo 3 della Convenzione Europa dei Diritti dell'Uomo sul “divieto di trattamenti disumani e degradanti”.

Le polemiche

Il video in questione era stato girato all'arrivo di Battisti in Italia, dopo l’arresto e l’estradizione dalla Bolivia, e postato da Bonafede sulla sua pagina Facebook. Realizzato con toni trionfalistici, al punto di assomigliare a uno spot pubblicitario (compresa la musica in sottofondo), il video era stato oggetto di pesanti critiche e polemiche. Ma al momento per i magistrati romani il fatto non costituisce reato perché mancherebbe il dolo e il vantaggio patrimoniale e quindi ne hanno richiesto, appunto, l’archiviazione.