In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Diciotti, Tribunale ministri vuole procedere contro Salvini. Lui: non chiedo protezioni

Cronaca

La procura di Catania aveva chiesto l’archiviazione. Ad agosto la nave con a bordo 137 migranti non aveva potuto sbarcare per 10 giorni. Il ministro, indagato per sequestro di persona, dice: non cambio posizione. Anm: "Salvini deride e delegittima magistrati"

Condividi:

Il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno Matteo Salvini per la vicenda della nave Diciotti. Gli atti sono dunque stati inviati al Senato. La decisione, riferita da fonti del Viminale, contraddice la richiesta di archiviazione della procura della Repubblica del capoluogo etneo dello scorso 1 novembre. Si tratta di una svolta con pochi precedenti simili. Il ministro ha replicato: "Non ho bisogno di protezione, altri chiedevano l'immunità perché rubavano, io invece ho applicato la legge da ministro. E ritengo di aver applicato la costituzione che prevede la difesa della patria. Se dovrò essere processato per questo - ha continuato - lo deciderà liberamente il Senato. Chi sono io per non farmi processare?” (VIDEO). Subito dopo la notizia, Salvini a caldo aveva commentato "Io non cambio di un centimetro la mia posizione”. Dura la replica dell'Anm: "Salvini deride e delegittima i magistrati".

Salvini: i giudici "dovrebbero dare le dimissioni"

Salvini ha poi spiegato: “Torno a essere indagato per sequestro di persona e di minori, con una pena prevista da 3 a 15 anni. Manco fossi uno spacciatore o uno stupratore. Ora la parola passa al Senato e ai senatori che dovranno dire sì o no, libero o innocente, a processo o no". E aggiunge, in diretta da Fb: "Riunione il 7 dicembre e comunicazione il 24 gennaio. In un'azienda qualunque qualcuno dovrebbe dare le dimissioni". "I giudici facciano i giudici, i ministri fanno i ministri ed esercitano i loro poteri", incalza ancora Salvini. "Le politiche dell'immigrazione le decide il governo, non i privati o le Ong, se ne facciano una ragione", ha aggiunto poi il ministro, definendosi "colpevole" per il caso Diciotti. "Lo ammetto, lo confesso e lo rivendico, ho bloccato lo sbarco. E mi dichiaro colpevole dei reati nei mesi a venire, perché non cambio. Rispetto il lavoro dei giudici ma serve chiarimento".

Anm: "Salvini deride e delegittima i magistrati"

Alle dichiarazioni del vicepremier è seguita la replica dell'Associazione nazionale magistrati: "Le dichiarazioni odierne del Ministro dell'Interno, a commento della decisione del Tribunale dei Ministri di Catania - scrive in una nota - risultano irrispettose verso i colleghi nei toni di derisione utilizzati e nei contenuti, anche laddove fanno un parallelismo tra i tempi di redazione di un provvedimento giurisdizionale, come noto previsti dalla legge, e il funzionamento di un'azienda privata. Il rischio di una delegittimazione della magistratura, il cui operato viene fatto nel rispetto delle leggi dello Stato, è alto e va assolutamente evitato", ribadisce l'associazione, che sottolinea come "rispetto delle regole significa anche rispetto del lavoro dei magistrati, cui la Costituzione assegna precise prerogative che vanno tenute ben presenti da tutti, in primo luogo da chi ricopre importanti incarichi di Governo". Per evitare il rischio di una delegittimazione della magistratura l'Anm auspica quindi "un corretto rapporto tra le Istituzioni, cui devono concorrere tutti, in primo luogo i membri del Governo".

Le motivazioni della procura

L’annuncio della richiesta di archiviazione era stata fatta dallo stesso Salvini in diretta Facebook. Il leader leghista è indagato per sequestro di persona dopo che la nave della Guardia Costiera aveva salvato, il 16 agosto scorso, 137 migranti ma era rimasta bloccata in mare, senza ricevere il permesso di sbarcare per 10 giorni (di cui 5 ancorata al porto di Catania). I pm avevano motivato la richiesta di archiviazione spiegando che il ritardo nello sbarco è "giustificato dalla scelta politica, non sindacabile dal giudice penale per la separazione dei poteri, di chiedere in sede Europea la distribuzione dei migranti in un caso in cui - secondo la convenzione Sar - sarebbe toccato a Malta indicare il porto sicuro".