Scontro fra treni in Puglia, 18 rinviati a giudizio. Processo a marzo

Cronaca

L’incidente ferroviario del 12 luglio 2016, tra Andria e Corato, causò la morte di 23 persone e il ferimento di altri 51 passeggeri. A processo società Ferrotramviaria e 17 persone fisiche, tra cui dirigenti e dipendenti dell’azienda e del ministero delle Infrastrutture

Diciassette persone fisiche e la società Ferrotramviaria sono state rinviate a giudizio dal gup del Tribunale di Trani per lo scontro tra treni in Puglia di due anni e mezzo fa. I 18 imputati sono accusati della strage ferroviaria che il 12 luglio 2016 causò, tra Andria e Corato, la morte di 23 persone e il ferimento di altri 51 passeggeri (LE FOTO - LA NOTIZIA NEL MONDO). Il processo inizierà il 28 marzo 2019. La decisione, al termine dell'udienza preliminare, è stata presa dopo circa due ore di camera di consiglio.

Le accuse

A essere stati rinviati a giudizio sono tutti i 18 nomi proposti dalla Procura. Si tratta di dirigenti e dipendenti della società Ferrotramviaria e del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: sono accusati, a vario titolo, di disastro ferroviario, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso. Secondo la magistratura tranese, il disastro ferroviario sarebbe stato causato da un errore umano, ma sono ritenuti responsabili anche coloro che non avrebbero vigilato sulla sicurezza di quella tratta a binario unico con blocco telefonico.

Le indagini

Stando alle indagini della Procura di Trani, quel giorno da Andria fu dato l'ok alla partenza del treno senza aspettare l'incrocio con il convoglio proveniente da Corato, la cui partenza, però, non era stata comunicata. Per queste condotte la Procura ha chiesto (e ora ottenuto) il rinvio a giudizio per i dirigenti di movimento di Andria e Corato, Vito Piccareta e Alessio Porcelli, per il dirigente coordinatore centrale Francesco Pistolato e per il capotreno Nicola Lorizzo, che viaggiava sul convoglio partito da Andria (il collega che era a bordo del treno da Corato è tra le vittime). Ai due capostazione si contesta anche di aver falsificato i registri contenenti le annotazioni sui "via libera" per la partenza dei treni.

I dirigenti di Ferrotramviaria non avrebbero programmato l'adeguamento tecnologico

Agli allora dirigenti di Ferrotramviaria, gli amministratori delegati Enrico Maria Pasquini e sua sorella Gloria Pasquini, il direttore generale Massimo Nitti, il direttore di esercizio Michele Ronchi e altri sei dirigenti, la Procura di Trani contesta di non aver adeguatamente valutato i rischi, violando una serie di norme sulla sicurezza. I dirigenti di Ferrotramviaria, cioè, non avrebbero programmato l'adeguamento tecnologico pur consapevoli che su quella linea a binario unico - che funzionava con il sistema del blocco telefonico - c'era una “insufficiente copertura della rete di telefonia mobile e quindi delle consequenziali difficoltà di comunicazione tra personale di terra e personale di bordo”. Avrebbero sottovalutato il pericolo nonostante 20 inchieste disciplinari relative a "situazioni critiche e potenzialmente dannose per la sicurezza e la regolarità della circolazione ferroviaria", aperte fra il 2003 e il 2015 a seguito di incidenti sfiorati, avessero evidenziato "il grave e concreto rischio per la salute". Queste inchieste non sarebbero state neppure segnalate al preposto ufficio del ministero (Ustif), a Regione e Digifema, la Direzione generale per le investigazioni ferroviarie e marittime.

A processo anche il direttore generale del ministero delle Infrastrutture

A processo, oltre a capostazione e capotreno, dirigenti e funzionari di Ferrotramviaria, anche il direttore generale del ministero delle Infrastrutture, Virginio Di Giambattista, accusato in concorso con un'altra dirigente (Elena Molinaro, che ha scelto il rito abbreviato e sarà processata a partire dal 14 marzo), di non aver "compiuto verifiche periodiche" e adottato "provvedimenti urgenti" per eliminare il sistema del blocco telefonico su quella tratta a binario unico. Nell'udienza preliminare si sono costituiti parti civili la Regione Puglia, i Comuni di Andria, Corato e Ruvo di Puglia, i familiari delle vittime e diverse associazioni.

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