Sott'inchiesta due professionisti di strutture pubbliche a Firenze e Cagliari che certificarono l'idoneità sportiva del calciatore. La Nazione: nel 2016 e nel 2017 da esami emersero anomalie al cuore del giocatore. Perito: "Aritmie potevano indurre più controlli"
Svolta nelle indagini per la morte del capitano della Fiorentina Davide Astori. Due medici sono accusati di omicidio colposo dalla procura di Firenze per aver firmato le idoneità sportive del calciatore deceduto il 4 marzo. Uno è di Firenze, il professor Giorgio Galanti, ordinario di medicina interna all'ospedale di Careggi e fino a pochi giorni fa direttore del dipartimento medicina sportiva. L'altro medico sarebbe di Cagliari. Astori prima di giocare nella Fiorentina aveva militato proprio nel Cagliari (LA CARRIERA DI ASTORI). Il difensore è stato trovato senza vita in un albergo di Udine che ospitava la Fiorentina prima della partita contro l'Udinese del 27esimo turno di Serie A (LE MORTI IMPROVVISE DEI CALCIATORI). Secondo i risultati dell'autopsia il calciatore è deceduto per morte cardiaca improvvisa seguita a fibrillazione ventricolare dovuta a una cardiomiopatia aritmogena silente.
Le perizie: Astori soffriva di cardiomiopatia aritmogena
Sono due le perizie effettuate nell'ambito dell'inchiesta sulla morte del calciatore: una disposta dalla magistratura di Udine, secondo la quale il calciatore avrebbe sofferto di una cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro, l'altra da quella di Firenze dopo il passaggio dell'inchiesta nel capoluogo toscano. I risultati di quest'ultima consulenza, svolta dal professor Domenico Corrado dell'Università di Padova, tra i massimi esperti in materia di morte improvvisa per problemi di natura cardiaca, avrebbero portato alla decisione di iscrivere nel registro degli indagati i due medici destinatari degli avvisi di garanzia di oggi. I due medici, entrambi esterni alle società sportive, incaricati di certificare l'idoneità degli atleti, non avrebbero eseguito, in due occasioni, quelle indagini aggiuntive che le prove da sforzo avrebbero richiesto.
Perito: "Aritmie potevano indurre ulteriori approfondimenti"
Il professor Corrado ha specificato che "le indagini fatte su Davide Astori erano 'insufficienti' per trovare la malattia che poi ha causato la sua morte, una patologia silente non facile da individuare". Ma ha anche aggiunto: "Io non dico che erano sbagliate, posso solo dire che i due episodi di aritmie registrate in passato potevano indurre a fare ulteriori approfondimenti come previsto dalle linee guida". Secondo il perito dunque nel cuore del calciatore qualcosa non funzionava come doveva per un professionista. "Non so esattamente di cosa si tratta, ero fuori Firenze e vedrò il mio avvocato solo domani mattina", ha commentato Galanti confermando di aver ricevuto l'avviso di garanzia. "Rifletteremo bene su quella che sarà la linea difensiva", ha aggiunto il suo difensore, l'avvocato Sigfrido Fenes.
La Nazione: nel 2016 e 2017 emerse anomalie del cuore di Astori
Secondo il quotidiano La Nazione, sarebbero stati due i campanelli d'allarme che avrebbero potuto suggerire approfondimenti sanitari per il cuore di Astori. Il quotidiano, facendo riferimento alla perizia di Firenze, pubblica anche i referti di due esami - elettrocardiogrammi sotto sforzo - che il calciatore effettuò nel luglio del 2016 e nello stesso mese dell'anno successivo. Dalle prove da sforzo effettuate presso la medicina sportiva dell'ospedale di Careggi, per ottenere l'idoneità all'attività agonistica, emersero alcune anomalie. In particolare, sull'esame del luglio 2017, era stata sottolineata una extrasistolia ventricolare: indizio che il cuore del giocatore avrebbe dovuto essere sottoposto ad accertamenti più approfonditi. Cosa che non sarebbe avvenuta contrariamente, riferisce sempre il quotidiano, a quanto previsto dai protocolli cardiologici per il giudizio di idoneità sportiva. La documentazione pubblicata dalla Nazione è stata acquisita dagli inquirenti nell'ambito del procedimento in corso.
Fiorentina: "Attendiamo sviluppi indagini"
Dopo la svolta sul caso, la Fiorentina ha fatto sapere che "ritiene doveroso mantenere un rigoroso silenzio nel rispetto del ricordo del nostro capitano e dei suoi cari". La squadra rimane quindi "in attesa di ulteriori sviluppi delle indagini in corso", ha spiegato il presidente di Acf Fiorentina Mario Cognigni.