Oltre 200 uomini delle forze dell'ordine hanno fermato esponenti di rilievo di famiglie della criminalità organizzata, ritenuti responsabili di episodi di estorsione e pressioni sul Foggia Calcio. Gip: ex allenatore De Zerbi accettò richieste clan
Colpo alla mafia foggiana da parte di polizia e carabinieri: nella notte, in un'operazione che ha visto impegnati oltre 200 uomini, sono state arrestate 30 persone. Tutti i fermati, già conosciuti dalle forze dell'ordine, sono presunti componenti dei clan mafiosi Moretti-Pellegrino-Lanza e Sinesi-Francavilla. Fra di loro, anche una decina di pregiudicati che si trovano già in carcere. Secondo gli investigatori, gli indagati sarebbero i responsabili di tutti gli episodi di estorsione nei confronti di negozianti e imprenditori a Foggia. Il loro raggio d'azione si sarebbe poi esteso, negli anni, anche al Foggia Calcio, con pressioni su dirigenti, ex dirigenti e un ex allenatore per l'ingaggio di due calciatori, tra cui il figlio di un boss.
Gip: ex allenatore De Zerbi accettò richieste clan
Secondo gli atti, gli ex dirigenti del Foggia calcio, il ds Giuseppe di Bari e il tecnico Roberto de Zerbi (ora mister del Sassuolo in A), "lungi da denunciare, come dovrebbe fare ogni vittima di estorsione, hanno preferito accettare supinamente le richieste formulate, ignorando quei valori di lealtà e correttezza sportiva che dovrebbe ispirare la loro condotta".
Una delle più importanti operazioni antimafia a Foggia
Le accuse ipotizzate per gli arrestati, sono, a vario titolo, estorsioni e tentato omicidio. L'inchiesta, come spiegano gli inquirenti, è la più importante operazioni anti-mafia degli ultimi anni a Foggia. Le indagini hanno riguardato il periodo tra i primi mesi del 2017 fino a oggi. Tra gli spunti investigativi che hanno portato agli arresti, anche alcuni particolari emersi nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Roberto Tizzano, il 21enne ucciso a Foggia all'interno del Bar H24, nell'ottobre 2016. Intanto emerge anche che tra gli indagati ci sarebbe il nome di Rodolfo Bruno, il pluripregiudicato foggiano ucciso lo scorso 15 novembre all'interno di un bar alla periferia di Foggia.
Gip: inquinati gangli della vita sociale
Secondo l'ordinanza di custodia cautelare del gip, "la 'Società foggiana' riesce ad inquinare tutta la vita sociale, economica e amministrativa di Foggia". Le indagini hanno accertato che le estorsioni venivano realizzate anche ai danni delle agenzie funebri e che i membri dei clan potevano "avere notizie riservate, evidentemente trasmesse da dipendenti comunali, relative al numero giornaliero dei morti". L'attività estorsiva riguardava tutte le sale scommesse, anche quelle gestite da familiari e parenti. Vittime delle estorsioni erano anche i costruttori edili. "Gli esponenti della Società Foggiana - spiegano gli inquirenti - nello svolgimento dell'attività estorsiva per conto del sodalizio mafioso dispongono di una famigerata 'lista delle estorsioni', in cui sono riportati i nomi degli imprenditori foggiani che sistematicamente pagano il pizzo".