Dia, sequestrato il patrimonio dell'ex titolare della Valtur Patti. Beni per oltre 1,5 mld

Cronaca
Carmelo Patti, morto nel 2016 a 81 anni, in una foto d'archivio (LaPresse)

Decreto di sequestro e confisca per gli eredi dell'imprenditore morto nel 2016. Dia di Palermo: "Uno dei più rilevanti in storia giudiziaria italiana”. Legali: ricorso "in ogni sede”. Generale Governale a Sky TG24: Messina Denaro "pesce cane, gli stiamo togliendo acqua"

“Uno dei più rilevanti nella storia giudiziaria italiana”. Così la Dia ha definito il procedimento di sequestro e confisca del patrimonio dell’imprenditore Carmelo Patti, deceduto il 25 gennaio 2016 a 81 anni. La direzione investigativa antimafia di Palermo sta eseguendo il decreto, emesso dal Tribunale di Trapani su proposta del Direttore nazionale della Dia, nei confronti degli eredi dell’imprenditore. Patti, originario di Castelvetrano (TP), è l’ex proprietario della Valtur (ora in amministrazione straordinaria). I legali degli eredi di Patti sostengono che la totale estraneità di Patti a contesti mafiosi è stata accertata dalla procura di Palermo ''che ne ha chiesto e ottenuto l'archiviazione'', e hanno annunciato che ricorreranno "in appello e in ogni altra sede, compresa la corte europea dei diritti dell'uomo, per chiedere l'annullamento del decreto del tribunale di Trapani''. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha commentato su Twitter: "Contro la mafia, sempre, con ogni mezzo e senza paura. Avanti così! Complimenti alle nostre Forze dell'ordine".

Legali degli eredi annunciano ricorso: "Cortocircuito della giustizia"

Patti, aggiungono i legali della moglie e dei tre figli, "non è mai stato sottoposto a procedimenti penali per truffa e bancarotta che incredibilmente il tribunale di Trapani ha creduto di poter ipotizzare dal nulla", affermano. "Infine è stato assolto con ampia formula liberatoria dai reati di evasione fiscale che il tribunale di Trapani, in aperta contrapposizione con le sentenze passate in giudicato, ha ritenuto di poter porre a fondamento dell'ingiusta decisione''. Gli avvocati sostengono che che ''il provvedimento del tribunale rappresenta un vero e proprio cortocircuito della giustizia in quanto emesso in violazione di tutti i principi che regolano le misure di prevenzione e si pone in aperto abbandono di quei principi fondamentali ribaditi con forza anche di recente dalla Cassazione, dalla Corte Costituzionale e dalla Corte dei diritti dell'uomo''. I legali ricordano che Patti è stato uno dei protagonisti del risveglio economico italiano e il giudizio espreso dal tribunale di Trapani, a tre anni dalla sua morte, ''è ingiusto e giuridicamente errato anche perchè contraddetto da decisioni assolutorie emesse sugli stessi fatti''.

Confiscati beni per 1,5 miliardi di euro

Il procedimento, spiega la Dia, ha riguardato un patrimonio stimato, per ora e in modo prudente, pari a oltre un miliardo e mezzo di euro e ha svelato interessi economici riferibili alla “famiglia mafiosa di Castelvetrano”, guidata dal latitante Matteo Messina Denaro.

Messina Denaro "è come un pesce cane, gli stiamo togliendo l’acqua"

"Sono stati evidenziati collegamenti e contiguità con la mafia di Castelvetrano, quella guidata da Matteo Messina Denaro", ha detto a Sky TG24 Giuseppe Governale, capo della Direzione investigativa antimafia. E ha aggiunto: "Il Tribunale di Trapani, accogliendo le richieste della Dia, ha confiscato definitivamente un patrimonio enorme, perché supera 1,5 miliardi di euro: numerosissimi villaggi turistici, centinaia di appartamenti, rapporti bancari e disponibilità finanziarie di ogni tipo, rilevanti superfici e centinaia di ettari di terreno, ben 25 società di capitali". Anche Governale ha confermato: "Non ho tutti i dati, ma forse è il più importante sequestro di sempre. E costituisce un segnale che lo Stato non si ferma e va avanti, anche con i suoi tempi". Poi, sul boss Matteo Messina Denaro ha concluso: "È come un pesce cane, gli stiamo togliendo tutta l’acqua e i pesci, anche i migliori, senza l’acqua non possono campare".

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