L'accusa aveva chiesto la conferma delle condanne di primo e secondo grado, ma la Corte ha annullato le sentenze precedenti perché "il fatto non costituisce reato". L'uomo era morto a Firenze dopo essere stato arrestato e messo a terra con il torace sulla strada
La quarta sezione penale della Cassazione ha assolto i tre carabinieri accusati di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini, avvenuta il 3 marzo 2014 a Firenze. L'ex calciatore 40enne era morto dopo essere stato arrestato e messo a terra con il torace premuto sulla strada. Il collegio ha disposto l'annullamento della sentenza d'appello perché "il fatto non costituisce reato". L'accusa aveva chiesto alla Corte di confermare le condanne per i tre carabinieri, rispettivamente di 8 mesi per uno, e di 7 mesi per gli altri due, emesse sia dal tribunale che dalla corte d'appello di Firenze.
Carabinieri erano stati condannati in primo grado e appello
La decisione della Cassazione è arrivata dopo 5 ore di camera di consiglio e ha annullato la sentenza emessa dalla Corte d'appello di Firenze il 19 ottobre 2017, che, confermando il verdetto di primo grado, aveva condannato a 8 mesi di reclusione uno dei tre carabinieri e a 7 mesi ciascuno gli altri due. Il sostituto pg della Cassazione Felicetta Marinelli, nella sua requisitoria di questa mattina aveva invece sollecitato la conferma delle condanne, osservando che la morte di Magherini probabilmente non sarebbe avvenuta se "i carabinieri lo avessero messo in posizione eretta" e non fosse stato invece tenuto prono sull'asfalto nonostante le difficoltà respiratorie. "La sola assunzione della cocaina non lo avrebbe portato alla morte", aveva rilevato il pg, secondo cui era corretta la contestazione del reato di omicidio colposo e non di quello preterintenzionale, come chiesto invece dagli avvocati di parte civile. Nei precedenti gradi di giudizio erano già stati assolti sia un quarto carabiniere che due volontarie della Croce Rossa.
Annullati anche i risarcimenti alla famiglia
Il verdetto di stasera cancella anche i risarcimenti cospicui stabiliti dalla Corte d'appello in favore della famiglia Magherini (100mila euro, in particolare, per il bambino della vittima). I giudici di secondo grado, con la loro sentenza dell'ottobre 2017, avevano inoltre trasmesso gli atti alla procura affinché verificasse se vi fossero o meno gli estremi per procedere anche per il reato di abuso di autorità contro arrestati o detenuti.
La vicenda
Riccardo Magherini, ex calciatore 40enne, è morto durante un controllo dei militari che lo avevano fermato di notte in una via del centro storico, nel borgo San Frediano. Quella notte l’uomo si trova in stato confusionale dopo aver bevuto e assunto cocaina. Dopo aver litigato con il conducente di un taxi, viene sentito gridare e chiedere aiuto, poi, sempre in stato di agitazione, rapina un cellulare e infrange due vetrine. I carabinieri lo ammanettano "non senza difficoltà" e chiamano un'ambulanza. Sul mezzo della Croce Rossa non c'è un medico: i volontari, su "ordine" dei carabinieri, non sono intervenuti perché l’uomo è stato giudicato pericoloso. Magherini viene rianimato a lungo in strada, poi portato in ospedale dove viene ufficialmente dichiarato il decesso. La famiglia non ha creduto alla versione ufficiale del decesso per cause naturali e si è affidata all’avvocato Fabio Anselmo, lo stesso dei casi Aldrovandi e Cucchi. Nell’esposto sono stati accusati carabinieri e sanitari intervenuti quella notte: per i Magherini e il loro legale, la morte è stata causata dalle percosse e dallo schiacciamento causati dai militari che lo tenevano fermo sull'asfalto. Nel febbraio 2015 è partito il processo, conclusosi quest’oggi con l’assoluzione dei carabinieri in Cassazione.