Riace, il sindaco Lucano: "Andremo avanti senza soldi pubblici"

Cronaca
Domenico Lucano all'uscita dall'udienza del Tribunale del riesame che decide sulla sua scarcerazione (Ansa)
lucano-riace-tribunale-ansa

Il primo cittadino del Comune reggino, ai domiciliari dallo scorso 2 ottobre, ha annunciato l’intenzione di lasciare il progetto Sprar e continuare con un’accoglienza “spontanea”. All’uscita dall’udienza del Tribunale del riesame, il sindaco si è detto “fiducioso”

Il sindaco di Riace Domenico Lucano (CHI È) si dice pronto ad andare avanti “anche senza contributi pubblici, da soli”. Perché “Riace rappresenta un'idea che va contro la civiltà della barbarie e perché negli anni abbiamo costruito dei supporti all'integrazione che oggi fanno la differenza”. Dopo il trasferimento dei migranti dal Comune reggino disposto dal Viminale a causa di irregolarità nelle procedure di accoglienza, Mimmo Lucano ha difeso il suo “modello Riace” di fronte al Tribunale di Reggio Calabria. Il sindaco, ai domiciliari dallo scorso 2 ottobre perché accusato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, ha presenziato oggi all’udienza del tribunale del Riesame che doveva discutere dei ricorsi presentati dalla difesa e dalla procura.

L’intenzione di uscire dal progetto Sprar

Per portare avanti l’idea di accoglienza promossa a Riace, Lucano ha annunciato l’intenzione di voler uscire dal sistema Sprar (Sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati) e rinunciare dunque ai fondi pubblici. Ma, ha sottolineato, “faremo ricorso al Tar come fatto morale" contro le decisioni del Viminale. “Non voglio avere a che fare con chi non ha fiducia e non voglio avere a che fare con questo governo che spesso non rispetta i diritti umani”, ha detto Lucano.

I 300 migranti mandati dal Viminale nel 2008

"Quando si parla di uno degli argomenti che mi sono contestati dal Viminale, quello degli affidamenti diretti, il prefetto Morcone non si doveva dimenticare di quando, nel 2008, voleva portare 400 persone a Riace", ha sottolineato Lucano, aggiungendo che, in quell’occasione, il suo comune accolse 300 persone, al contrario di altre città come Milano che diedero la disponibilità solo per 20 posti. In quell’occasione, si chiede Lucano, “come facevamo a non fare gli affidamenti diretti alle coop o agli enti gestori? E adesso me lo contestano".

L’udienza del riesame

Il tribunale del Riesame ha discusso oggi i ricorsi presentati dalla difesa del sindaco, che chiedono il ritorno alla libertà del loro assistito, e dalla Procura di Locri, che chiede, invece, di rivalutare le contestazioni mosse a Lucano non accolte dal gip tra cui associazione a delinquere, concussione, truffa aggravata, abuso e malversazione. "Penso sia andata bene”, ha detto Mimmo Lucano all’uscita del Tribunale, aggiungendo che si è detto fiducioso “se esiste il diritto”. Il sindaco ha quindi ringraziato per l’ondata di solidarietà che lo ha travolto nelle ultime settimane.

Cronaca: i più letti