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Napoli, mandò gli alunni al mare: sospesa la preside di un liceo

Cronaca
L'entrata della scuola su Google Maps

La direttrice del ginnasio “Jacopo Sannazaro” era stata criticata per le attività extra moenia dei ragazzi, pensate a causa della carenza di aule. Ci sarà una reggenza nella scuola

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E' stata sospesa dal ruolo la preside del liceo classico “Jacopo Sannazaro” di Napoli, nell'occhio del ciclone per le attività extra moenia che hanno ricompreso anche gite al mare e passeggiate nel Parco Villa Floridiana poco distante dalla scuola, nel quartiere Vomero. Tutto ciò a causa della carenza di aule. Lo si apprende da fonti dell'Ufficio scolastico regionale. Il decreto di sospensione è stato firmato oggi dalla direttrice dell'Usr Luisa Franzese. Ci sarà una reggenza alla guida della scuola per non lasciare sprovvisto il liceo dei suoi vertici. Il provvedimento, secondo quanto si apprende, è stato adottato per riportare serenità nell'ambiente.

I problemi della scuola

I problemi al Sannazaro sono cominciati con l'avvio dell'anno scolastico quando, al suono della campanella, ci si è resi conto che a fronte di 48 aule a frequentare il liceo sarebbero state 55 classi. Esuberi ponderati male dalla presidenza che, per correre ai ripari, ha programmato attività extra moenia per gli studenti. "Impegni" fuori dalle mura del liceo, digeriti male dalla gran parte di genitori, studenti e docenti. I ragazzi sono anche finiti al mare, a Varcaturo, in provincia di Napoli, e a giocare a frisbee nel Parco Villa Floridiana. Così come a niente è valso programmare la rotazione delle classi e riprendere le lezioni il sabato.

Uno dei licei più antichi di Napoli

Potrebbe, dunque, trovare "pace" uno dei licei più antichi di Napoli, dopo le vicissitudini che si susseguono dall'inizio dell'anno, più o meno un mese fa. La scorsa settimana, la vicenda del Sannazaro è finita sul tavolo dell'Anac. La preside, infatti, è stata denunciata per presunte violazioni di legge dopo che un gruppo di docenti, rappresentati dall'avvocato Mariapia Tucci, ha depositato un esposto all'Autorità nazionale anticorruzione, all'Ufficio scolastico regionale e alla Corte del Conti. L'accusa, stavolta, sarebbe per il mancato recupero - stando all'esposto - delle ore di lezione che i ragazzi avrebbero saltato a causa delle ore da 50 minuti. Una riduzione che, stando sempre all'esposto, avrebbe comportato la perdita di oltre 70 ore di lezione in un anno per ogni classe.

La difesa della preside

La preside ha affidata la sua difesa a un comunicato pubblicato sul sito della scuola. "Quella riduzione - ha scritto la dirigente scolastica - è stata votata dal Collegio dei docenti e dal Consiglio di istituto". "Il progetto 'Il tempo ritrovato' prevede per le classi terze, quarte e quinte in due giorni settimanali unità oraria di 50 minuti il conseguente recupero del salvadanaio del tempo con ottimizzazione dei tempi di alternanza scuola/lavoro e di orientamento". Deliberato nel 2017 prima dal Collegio dei docenti e in seguito dal consiglio d'istituto, il progetto è stato avviato in fase sperimentale durante l'anno scolastico 2017-2018 e, al termine delle valutazioni del "Nucleo interno composto non solo dalla dirigente e dai docenti, ma anche da rappresentanti dei genitori, degli studenti e del personale Ata, si è concluso con esito positivo". Motivo per il quale il consiglio di istituto, nel giugno di quest'anno, "ha deliberato la conclusione della fase di sperimentazione e la conseguente stabilizzazione del progetto nel suo intero articolato".