Ponte Morandi, stallo sul nome del commissario: ipotesi sindaco Bucci

Cronaca

Dopo Claudio Gemme, le attenzioni si concentrano sul primo cittadino ligure. Intanto, gli sfollati denunciano il blocco della seconda tranche di contributi dopo il via libera al decreto

C'è ancora incertezza sul nome del commissario straordinario che dovrà occuparsi della ricostruzione dopo il crollo del ponte Morandi di Genova. Dopo l’uscita di scena di Claudio Gemme, prende quota l'ipotesi di nominare Marco Bucci, sindaco di Genova. Anche se ancora nulla è definitivo, sembra che sul primo cittadino ligure si stiano concentrando le attenzioni delle diplomazie di Lega e M5s, dopo che la candidatura di Gemme ha subìto una brusca frenata per il possibile conflitto di interessi e il parere negativo dei 5 Stelle. Intanto, il comitato degli sfollati ha fatto sapere che, dopo l'approvazione del decreto su Genova, la seconda tranche dei contributi a fondo perduto a loro destinati è stata bloccata. "Il nostro timore è che siano a rischio anche gli indennizzi sulle case", dicono dal comitato. 

L’esclusione di Gemme e il nome di Marco Bucci come commissario

"Sono stati bruciati tanti nomi in questo modo, non vorrei si bruciasse anche il mio", ha detto Bucci, che aggiunge: "Se mi fosse richiesto? Io l'ho sempre detto, sono al servizio della città, ma sia chiaro con il decreto così com'è scritto sarebbe impossibile lavorare". Invece Gemme, la cui nomina, gradita a Salvini, sembrava certa, è naufragata per il possibile conflitto di interessi dovuto al fatto che Fincantieri (società di cui è manager) potrebbe essere l'azienda che costruirà il nuovo viadotto e che i suoi familiari hanno un'abitazione nella "zona rossa". È emerso dunque il nome di Bucci, che oltre al ruolo di amministratore locale ha un curriculum di manager industriale.

Toti: “Si facciano tutte le opportune verifiche”

“Sul nome di Gemme il presidente del Consiglio Conte sa bene che la Regione concorda, come su molti altri nomi che ho sentito". Così il presidente della Regione Giovanni Toti ha spiegato quali siano state le proprie indicazioni riguardo alla nomina del commissario. "Siccome abbiamo ancora qualche giorno di tempo si facciano tutte le opportune verifiche per scegliere la persona giusta", ha poi suggerito.

Sfollati: “Dopo dl, bloccata seconda tranche di contributi”

Intanto, il comitato degli sfollati genovesi ha fatto sapere che è stata congelata, per ora, la seconda tranche dei contributi a fondo perduto a loro destinati. "Lo abbiamo saputo dopo un incontro con il Comune”, ha spiegato Luca Fava, esponente del comitato. “Dopo il decreto, che di fatto esclude Autostrade dalla ricostruzione, è tutto congelato ed è evidente che si stanno chiudendo i rubinetti. Il nostro timore è che siano a rischio anche gli indennizzi sulle case", ha aggiunto.  La società concessionaria ha già versato sui conti correnti delle 258 famiglie evacuate somme tra gli 8 e i 12 mila euro necessarie alle prime necessità ed era stato avviato un dialogo istituzionale per aumentare i contributi valutando le esigenze economiche caso per caso. "Temiamo anche che la partita dei risarcimenti possa essere bloccata da eventuali ricorsi da parte di Società Autostrade", continua Fava. Intanto, i cittadini e i vigili del fuoco si sono incontrati per mettere a punto un piano per il recupero degli oggetti nelle abitazioni abbandonate.

L’inchiesta sul crollo del ponte di Genova

Nel frattempo, l'inchiesta sul crollo registra nuovi passi avanti, dopo l'iscrizione nel registro degli indagati del dirigente del ministero dei Trasporti Giovanni Proietti. Gli investigatori della Guardia di finanza stanno setacciando Whatsapp e mail dei dirigenti di Aspi, Spea, Mit e Provveditorato delle opere pubbliche per cercare comunicazioni che potrebbero essere state cancellate. Mentre nell'hangar sotto il viadotto Morandi i periti e consulenti del giudice, degli indagati e delle persone offese hanno iniziato il primo sopralluogo per prendere visione dei reperti.

I testimoni

Ieri, 2 ottobre, a palazzo di giustizia il protagonista è stato invece il docente del Politecnico di Milano Carmelo Gentile che ha puntato il dito contro Aspi e Spea Engineering. "Il progettista - ha detto al pm Massimo Terrile - ha fatto delle valutazioni improprie, ma anche con quelle valutazioni improprie il ponte era da chiudere. Spea sapeva, aveva calcolato il livello di efficienza che era sotto uno e con quel dato il ponte andava chiuso. A me, però, non diedero tutta la documentazione, altrimenti lo avrei detto anche io". Oggi invece verrà sentito come testimone l'ingegnere di Spea Roberto Acerbis. Ma nel frattempo Spea replica a Gentile precisando che "tutte le informazioni erano state rese disponibili"

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