L’autrice de “Le assaggiatrici” ha ricevuto 167 voti dalla giuria popolare composta da 300 lettori anonimi. Nel romanzo, liberamente ispirato alla storia vera di Margot Wolk, racconta le donne che avevano “il privilegio e la condanna di assaggiare il cibo del Fuhrer”
Rosella Postorino, 40enne autrice de “Le assaggiatrici” (Feltrinelli), ha stravinto il Premio Campiello 2018. La giuria popolare composta da 300 Lettori anonimi, da cui sono arrivati 278 voti, l’ha premiato con 167 voti al Gran Teatro La Fenice di Venezia. Postorino - scrittrice ed editor originaria di Reggio Calabria, cresciuta in Liguria, che vive a Roma da 17 anni - ha vinto grazie alle sue “assaggiatrici” che, come ha raccontato lei stessa, avevano “il privilegio e la condanna di assaggiare il cibo del Fuhrer”.
“Sono felicissima”
“Sono felicissima. Voglio ringraziare tutti quelli che mi sono stati vicino mentre scrivevo questo libro. Grazie al Campiello che mi ha fatto fare un'esperienza bellissima, rivediamoci”, ha detto Postorino tenendo in mano il premio, la “vera da pozzo” che è pesantissima. Liberamente ispirato alla storia vera di Margot Wolk, che a 96 anni aveva raccontato di essere stata assaggiatrice di Hitler nella caserma di Karusendorf, il romanzo di Postorino ci mette di fronte a un aspetto poco conosciuto e approfondito del nazismo, ma soprattutto ci fa riflettere su fino a che punto sia lecito spingersi per sopravvivere e sull'ambiguità delle pulsioni umane.
Gli altri candidati
Al secondo posto si è piazzato Francesco Targhetta - con “Le vite potenziali” (Mondadori), 42 voti - che nel suo esordio in prosa dopo la produzione in versi racconta la storia di tre uomini molto diversi che lavorano in un'azienda informatica alla periferia di Marghera. Al terzo la scrittrice tedesca naturalizzata italiana Helena Janeczek - con il suo romanzo che ripercorre la straordinaria vita di Gerda Taro, “La ragazza con la Leica” (Guanda), 29 voti - che ha già vinto il Premio Strega 2018. Al quarto posto Ermanno Cavazzoni con il romanzo fiume “La galassia dei dementi” (La Nave di Teseo), 25 voti, ambientato nell'anno seimila dopo una devastazione e un'invasione di alieni. All'ultimo Davide Orecchio - con “Mio padre la rivoluzione” (Minimum Fax), con 15 voti - che raccoglie dodici racconti sui personaggi famosi e non della rivoluzione russa. Alla Fenice standing ovation in ricordo di Cesare De Michelis, presidente di Marsilio, morto il 10 agosto 2018. Consegnato anche il riconoscimento alla carriera a Marta Morazzoni.
Alla premiazione presenti Casellati e Bonisoli
La serata di premiazione si è aperta con un intervento della presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, che ha sottolineato come il Campiello sia “una scommessa abbondantemente vinta”, e con la presenza del ministro per i Beni e le Attività Culturali Alberto Bonisoli, che ha evidenziato il “prestigio del premio”. Il ministro ha anche colto lo stimolo del presidente di Confindustria Veneto Matteo Zoppas di “sedersi quanto prima a un tavolo per poter iniziare un dialogo che sarà certamente costruttivo per lavorare insieme per la diffusione della scrittura e della letteratura tra i giovani”. “Abbiamo un problema enorme in questo Paese. Siamo sull'orlo di un distacco tra generazioni”, ha detto il ministro. E ancora: “Ai giovani basta cercare di far venire la fame di cultura. Siamo in un momento di cambiamento della storia in cui nessuno sa con precisione dove stiamo andando. La cultura è una soluzione per trovare la nostra strada”.