Genova, rabbia degli sfollati. È scontro tra Di Maio e Toti

Cronaca
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Il vicepremier: "Hanno ragione a protestare, elemosina da Autostrade". Replica il governatore: "I soldi sono quelli del governo, li aumentino". Consiglio comunale e regionale all'esecutivo: "Serve legge speciale". Proseguono intanto le indagini sul crollo

"Rispetto, rispetto, veniamo prima noi delle imprese e della viabilità". "Vogliamo la casa", dicono tra urla, rabbia e lacrime gli sfollati dopo il crollo del ponte Morandi. (IL CROLLO - I FUNERALI - LE  FOTO - VIDEO).  Giornata intensa a Genova, mentre sul fronte politico si infiamma la polemica sulla ricostruzione e sulla nuova viabilità dopo la tragedia del 14 agosto nella quale sono morte 43 persone.

Ira degli sfollati

Mentre stava per riunirsi nel capoluogo ligure il Consiglio regionale e comunale congiunto per fare il punto sulla situazione, decine di sfollati si sono radunati davanti all'ingresso del palazzo regionale per protestare contro l'impossibilità di recuperare i propri effetti personali dalle abitazioni evacuate sotto al troncone est del viadotto. E' intervenuto il presidente della Regione Liguria e commissario per l'emergenza di ponte Morandi a Genova, Giovanni Toti, il quale ha rivendicato la necessità che il Governo "ci dia una mano" e che si varino quindi i provvedimenti di legge necessari ad hoc per ricostruire rapidamente il ponte.

Botta e rispetto Di Maio-Toti

Un grido d'allarme che non è rimasto inascoltato tant'è vero che il vicepremier Luigi Di Maio ha dato ragione agli sfollati ("hanno perfettamente ragione, non si può lasciare la gente in balia dell'elemosina di Autostrade") e ha annunciato che si sta mettendo a punto un decreto urgente per affrontare anche il loro tema. "E' questione di settimane, forse anche di giorni", ha detto Di Maio. Parole che però non hanno 'soddisfatto' Toti il quale ha subito replicato, chiedendo una maggiore concretezza: "Mentre lei esternava alla stampa, il sindaco e io eravamo riuniti con gli sfollati, per chiarire tutti i dubbi e le comprensibili apprensioni. Per aiutare Genova servono meno polemiche e più fatti concreti. Noi aspettiamo le leggi che ci consentano di aprire e accelerare cantieri, risarcire cittadini e imprese, e ricostruire il ponte".

Toninelli: case entro tre mesi

Della tragedia e della ricostruzione del ponte si è parlato anche nell'Aula di Montecitorio. "Chiedo scusa a nome dello Stato", ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, aprendo i lavori. L'esecutivo è intervenuto nell'Assemblea dei deputati per ribadire la linea dura contro le concessioni e confermare una compattezza di vedute. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha fatto sapere che Autostrade non ricostruirà ma finanzierà l'opera di ricostruzione. E ha preannunciato che entro novembre verrà comunque garantito un alloggio agli sfollati, e che è previsto un decreto legge proprio per aiutare famiglie e imprese colpite dalla tragedia.

Nessun nome iscritto nel registro degli indagati

Intanto, proseguono anche le indagini. Al momento non c'è nessun nome iscritto nel registro degli indagati. Le notifiche degli avvisi di garanzia potrebbero arrivare insieme alla richiesta di incidente probatorio nelle prossime settimane. Nella prima relazione consegnata dai periti, le possibili cause del crollo vengono attribuite a un "cedimento strutturale all'antenna del pilone 9, il punto in cui i tiranti si congiungono all'estremità del sostegno. Studiando i carteggi tra le varie diramazioni del ministero delle Infrastrutture, gli investigatori hanno individuato come almeno in un'occasione i dirigenti del Mit avessero palesato la certezza che sul restyling del Morandi i tempi si stessero dilatando oltremisura.

C'è un elenco di chi sapeva

La novità è che la Guardia di Finanza ha consegnato alla Procura un elenco di persone che potrebbero avere avuto responsabilità nel crollo di ponte Morandi a Genova. Sono 13 nomi di coloro che si sono occupati del progetto di ristrutturazione del viadotto dal 2015, ma potrebbero diventare 25 se i magistrati decidessero di andare indietro nel tempo. 

Le persone che secondo la Guardia di finanza sapevano della pericolosità del viadotto Morandi in Autostrade sono: Fabio Cerchiai (presidente), Giovanni Castellucci (Ad), Paolo Berti (direttore centrale operazioni), Michelle Donferri Mitelli (direttore maintenance e investimenti), Stefano Marigliani (direttore primo tronco). "Al Mit consapevoli dei ritardi" ci sono tre di Spea engineering, controllata da Autostrade che avrebbe dovuto eseguire la ristrutturazione ai tiranti: Antonio Galatà (amministratore delegato), Massimo Bazzarelli (coordinatore attività progettazione ufficio sicurezza), Massimiliano Giacobbi (responsabile progetto "retrofitting" dei tiranti). Cinque i funzionari pubblici, tre della Direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali (Roma): Vincenzo Cinelli (capo), Bruno Santoro (responsabile controlli qualità servizio autostradale), Giovanni Proietti (capo divisione analisi e investimenti). Infine il Provveditore alle opere pubbliche di Liguria e Piemonte Roberto Ferrazza e il capo ufficio ispettivo territoriale Carmine Testa. 

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