Disposta la custodia cautelare in carcere per 3 egiziani e un bengalese accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e violenza sessuale. Ad incastrarli sono stati i racconti dei migranti
Sono stati convalidati i fermi delle quattro persone accusate di essere gli scafisti che guidavano l’imbarcazione soccorsa dalla nave Diciotti della Guardia costiera, al largo di Lampedusa, il 16 agosto scorso. I quattro, tre egiziani e un bengalese, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e violenza sessuale.
Per i 4 custodia cautelare in carcere
I quattro, che erano a bordo della Diciotti, sono stati fermati il 26 agosto, quando - insieme ai migranti salvati - sono sbarcati a Catania dopo aver passato 10 giorni sulla nave Diciotti (5 in mare e 5 ancorati al porto di Catania). Interrogati dal Gip di Messina, hanno risposto alle domande proclamandosi innocenti. Per loro, però, sono stati convalidati i fermi disposti dalla Procura di Palermo, e il giudice ha ordinando la custodia cautelare in carcere.
I racconti e le accuse dei migranti
Ad accusare le quattro persone sono stati proprio i migranti che viaggiavano sull'imbarcazione soccorsa dalla Diciotti. I pm di Palermo hanno acquisito i racconti dei primi 13 profughi fatti sbarcare per esigenze sanitarie a Lampedusa. Le loro testimonianze, poi, sono state confermate da alcuni dei minori sentiti subito dopo lo sbarco a Catania. Oltre a indicare chi era alla guida del barcone, le vittime hanno descritto il capo dell'organizzazione criminale che organizza i viaggi: di lui conoscono solo il nome, Abdusalam. “Gli uomini di Abdusalam ci impedivano di allontanarci dalla prigione e violentavano le donne”, hanno raccontato i testimoni riferendosi alle violenze subite durante la prigionia in Libia in attesa del viaggio verso l'Italia. Le indagini dei magistrati palermitani, che puntano a individuare anche i capi dell'organizzazione che gestisce la tratta di uomini, non si fermano: nei prossimi giorni verranno sentiti anche i profughi sbarcati per ultimi a Catania. Alcuni di loro si trovano in un centro di accoglienza di Messina, in attesa di essere ridistribuiti in Irlanda e Albania, altri - quelli accolti dalla Cei - sono a Rocca di Papa in attesa di essere smistati nelle varie diocesi.