Il capo del team ispettivo ministeriale, dopo il sopralluogo, apre alla possibilità che più fattori abbiano determinato il cedimento. A Sky tg24 dice: “Si è piegato e poi è caduto”. Procura autorizza verifiche per messa in sicurezza. Autorità porto: in un mese bypass
Il crollo del ponte Morandi potrebbe esser stato determinato da "una serie di concause" e non solo dalla rottura di uno strallo. È questa la prima ipotesi di Roberto Ferrazza, presidente della Commissione ispettiva del Mit, al termine del sopralluogo sulle macerie a Genova (IL CROLLO - FUNERALI - FOTO - VIDEO).
Le parole di Ferrazza
Ai microfoni di Sky tg24, Ferrazza spiega che “l’ipotesi dello strallo è “l’ipotesi di scuola”, quanto poi sia reale dipende da una concomitanza di fattori, la cui interpretazione però non è facilissima, perché sull’altro lato oggi esiste una quantità di macerie enorme, con tondini di acciaio, avvolti su se stessi che lasciano capire che c’è stato un processo di caduta non facile”. Secondo l’esperto, “il ponte non è venuto giù così come stava ma si è piegato ed è poi caduto. L’interpretazione di questi fattori è determinante per capire la dinamica del crollo, quindi se sia stato il tirante, lo strallo, la mensola della trave”. Insomma, la lettura della dinamica del crollo, quale elemento si sia rotto per primo "non è ancora del tutto chiara. Non è chiaro quale sia stato l'innesco della dinamica" ma "il ponte non è caduto nella sua proiezione: prima si è storto, poi è caduto".
Ok a verifiche per messa in sicurezza
Intanto, “la procura ha autorizzato le verifiche per la messa in sicurezza dei monconi di Ponte Morandi proposte da Anas, dopo aver avuto il parere favorevole dei consulenti”, ha aggiunto Ferrazza al termine del sopralluogo dei consulenti della Procura e della Commissione ispettiva del Mit, di cui è presidente, sul luogo della tragedia. “Le verifiche verranno effettuate dai tecnici di Autostrade con i consulenti della procura".
Autorità porto: in un mese bypass
Intanto Paolo Emilio Signorini, il presidente dell'Autorità del sistema portuale del Mar Ligure occidentale, cioè soprattutto Genova e Savona, a margine del Meeting di Rimini spiega che in un mese dal dissequestro delle aree è possibile creare i bypass per ripristinare nel capoluogo ligure i collegamenti merci ferroviari, oltre a quello stradale nell’ex area Ilva. I tempi per il dissequestro, da quanto emerge, potrebbero essere molto brevi, anche di giorni, così come in settimana potrebbe giungere la nomina del commissario straordinario.