Genova, il racconto di Davide Capello a Sky Tg24: “Vivo per miracolo”

Cronaca
Foto d'archivio (Getty)

L'uomo era sul viadotto quando c'è stato il cedimento: “Sono rimasto attaccato con la macchina a un pilone, per questo mi sono salvato”. GLI AGGIORNAMENTI - COSA SAPPIAMO

“Stavo transitando sul ponte quando, ad un certo punto, ho visto la strada davanti a me crollare. Anche io sono andato giù: sono rimasto attaccato con la macchina ad un pilone e per questo non sono caduto”. Comincia così la testimonianza, rilasciata a Sky Tg24, di Davide Capello, 36 anni di Nuoro, ex giocatore del Cagliari e ora portiere del Legino, squadra ligure della provincia di Savona, che si trovava sul viadotto Morandi a Genova, nel momento il cui ha ceduto (FOTO).  

“È stata una scena da film, una apocalisse”

Dopo il crollo, prosegue il racconto del testimone, “sono riuscito ad uscire dalla macchina. Non so nemmeno io come abbia fatto l’auto a non rimanere schiacciata. Ad aiutarmi, delle persone che in quel momento erano lì e poi sono arrivati i soccorsi (FOTO). È stata una scena da film, sembrava l'apocalisse”. L’uomo viaggiava da solo e tante altre volte era passato per il ponte Morandi: “Non ho mai temuto il viadotto e mai avrei immaginato una cosa del genere”, dice. “E’ impensabile che possa succedere una cosa così, in una delle strade più trafficate d’Italia”. 

“Pensavo sarebbe finita male”

Degli attimi del crollo, racconta il testimone, “ricordo che la strada andava giù. Mi sono spaventato molto. Pensavo sarebbe finita male, ma grazie a Dio posso raccontarlo”, dice. Nelle ore successive alla tragedia è stata avanzata l’ipotesi che un fulmine abbia colpito la base del viadotto e che poi ci sia stato il cedimento: “Pioveva”, afferma l’uomo. “Ricordo solo la strada che va giù e basta”, conclude.

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