Mostro Foligno, 25 anni fa l'arresto di Luigi Chiatti: uccise 2 bimbi

Cronaca
Luigi Chiatti in aula e la casa dell'ultimo omicidio
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Il 7 agosto del 1993 la polizia bloccò l’uomo che poco prima aveva ucciso il 13enne Lorenzo Paolucci e nell’ottobre del 1992 il piccolo Simone Allegretti, di 4 anni. Il killer è stato condannato a 30 anni di carcere dopo il riconoscimento della semi-infermità mentale

Sono passati 25 anni dall'arresto di Luigi Chiatti, colui che si auto-definì "il mostro" di Foligno. Era il 7 agosto del 1993 quando la polizia lo bloccò poco dopo che aveva ucciso Lorenzo Paolucci, 13 anni, a Casale, piccola frazione sulla montagna folignate. Dalle indagini emerse che l’uomo era anche l’assassino di Simone Allegretti, 4 anni, ucciso il 6 ottobre del 1992. Oggi il legale delle famiglie delle vittime, l'avvocato Giovanni Picuti ha chiesto che su Chiatti "permanga la massima attenzione e vigilanza". Mentre Stefano, il fratello di Lorenzo Paolucci, ha ricordato il fratellino ucciso con un post su Facebook: "È passato troppo tempo, io ho perso una persona speciale ma tu rimarrai sempre nel mio cuore”.

Gli omicidi del mostro di Foligno

Il 4 ottobre 1992 il piccolo Simone Allegretti scomparve nella campagna fra Foligno e Bevagna. Due giorni dopo il suo corpo senza vita venne ritrovato in una scarpata. Poco prima, in una cabina telefonica in pieno centro di Foligno, venne trovato un biglietto in cui veniva rivendicato l’omicidio e venivano dati dettagli per trovare il cadavere. Nelle settimane successive ci furono numerose telefonate anonime, con tantissimi mitomani che vennero smascherati. Il 7 agosto 1993 il cadavere del tredicenne Lorenzo Paolucci venne ritrovato a poche decine di metri da una villetta su cui convergevano le tracce. Era l’abitazione di Luigi Chiatti, che dopo la cattura confessò subito l'omicidio, attribuendosi anche quello di Simone Allegretti.

La vicenda giudiziaria

In primo grado, nel 1994, Chiatti venne condannato a due ergastoli per il duplice omicidio. La corte d'Assise d'Appello di Perugia riformò la sentenza, dichiarando Chiatti semi-infermo di mente e condannandolo a 30 anni di reclusione. Nel 1997 la Cassazione confermò la sentenza d'appello, rendendo quindi definitiva la condanna. Nel settembre 2015 Chiatti ha lasciato il carcere di Prato per essere trasferito (per almeno 3 anni) nella Rems (Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza) di Capoterra, in Sardegna, dove si trova tuttora. Non ha mai avuto permessi premio e ora, ormai cinquantenne, ha praticamente terminato di scontare la sua condanna.

Cosa succede ora a Chiatti?

Al termine di questo periodo nella Rems la pericolosità sociale di Luigi Chiatti dovrà essere nuovamente valutata e se accertata la “custodia” può essere prorogata. "Teoricamente potrebbe succedere anche a vita”, ha spiegato l'avvocato Guido Bacino. Nel 2015 il tribunale di sorveglianza di Firenze accertò che in Chiatti "non è stato riscontrato alcun minimo atteggiamento di rimorso o di dolore per i fatti commessi". Un quadro che dovrà essere confermato o ribaltato nei prossimi mesi.

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