Incidente Bologna, poliziotto ferito: capito tutto da odore nell'aria

Cronaca
Il premier Giuseppe Conte con il poliziotto Riccardo Muci (LaPresse)
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L'agente, che era in zona per un pattugliamento, ha subito bloccato il traffico dopo il tamponamento sulla A14 e salvato molte vite prima dello scoppio. Ricoverato a Cesena ha ricevuto la visita del premier Conte. “Ho fatto solo il mio dovere, non sono un eroe”, dice

Non si definisce un eroe, ma semplicemente un poliziotto che ha fatto il suo dovere. Eppure Riccardo Muci, agente di 31 anni, con la sua decisione di bloccare il traffico subito dopo l’incidente sulla A14, nel Bolognese, ha probabilmente salvato molte vite: “Ho capito subito quello che stava per succedere, c'era un odore inconfondibile nell'aria”, racconta. L'agente è rimasto ferito mentre era in servizio a Borgo Panigale, nell’area in cui c’è stato lo scoppio sull’autostrada che ha provocato un morto e 145 feriti. "Ho fatto solo il mio lavoro”, dice dal suo letto d’ospedale a Cesena, dove è ricoverato e dove ha ricevuto la visita del premier Giuseppe Conte (FOTO), al quale ha raccontato l'inferno vissuto sotto il cavalcavia della A14 (FOTO), quando la cisterna che trasportava Gpl è esplosa. “Mi lusinga l'appellativo di eroe ma sono sicuro che qualunque altro poliziotto o carabiniere che si fosse trovato in quella situazione avrebbe fatto quel che ho fatto io: cercare di garantire la sicurezza dei cittadini", dice. 

“C'era un odore inconfondibile nell'aria”

Originario di Copertino, in provincia di Lecce, in servizio al commissariato Santa Viola di Bologna, per Muci quella di ieri, 6 agosto, era una giornata come le altre. "Ero con il mio collega, come capo equipaggio della volante, ed eravamo impegnati in un regolare servizio di controllo del territorio a Borgo Panigale - racconta - Poi abbiamo visto da lontano tutto quel fumo sulla tangenziale e ci siamo avvicinati. Abbiamo chiamato la centrale operativa, che era già stata informata della situazione, e abbiamo fornito tutti i particolari che riuscivamo a vedere dalla nostra posizione, per dare quanti più elementi possibile alle squadre di soccorso". Ed è quello il momento in cui l'intuizione di Riccardo salva probabilmente decine di vite. "Appena sceso dall'auto - si limita a dire lui - ho subito capito quello che stava per succedere, c'era un odore inconfondibile nell'aria. Non potevo lasciare che le auto continuassero a circolare e così ho fatto mettere la volante di traverso, per bloccare l'accesso alla strada in entrambe le direzioni". 

Un’onda d'urto che lo ha fatto volare di alcuni metri

"A piedi mi sono spostato verso il ponte, c'erano persone che scattavano foto e facevano video e ho cominciato ad urlare dicendo di allontanarsi", racconta Muci. "Ero a 20 metri dal ponte quando c'è stata quell'enorme esplosione". Il poliziotto ricorda solo una gigantesca onda d'urto che lo ha fatto volare di alcuni metri e un calore che gli ha sciolto la maglietta ignifuga. "Con l'adrenalina in corpo - racconta ricostruendo gli istanti successivi - sono riuscito ad alzarmi e con la schiena bruciata ho continuato a far allontanare la gente. Il mio collega mi ha gettato dell'acqua sulla schiena e insieme a lui e ai carabinieri di Borgo Panigale siamo riusciti a portare i feriti nella caserma dell'Arma". E poi? "Quando è finita l'adrenalina il dolore si è fatto sentire e sono crollato". Si è risvegliato in ospedale, dove oggi il premier gli ha stretto la mano. "Avevo capito che la situazione era molto grave - ripete - e il mio primo pensiero è stato quello di mettere in sicurezza le persone. Ho fatto il mio lavoro".

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