Gino Bartali, 104 anni fa nasceva il corridore leggendario
CronacaIl doodle di Google ricorda il ciclista fiorentino, celebre per la rivalità con Fausto Coppi nell'Italia del dopoguerra. Il suo aiuto agli ebrei italiani, durante la Seconda Guerra Mondiale, gli è valso il riconoscimento di Giusto fra le Nazioni
Il doodle di Google di oggi, 18 luglio, è dedicato a Gino Bartali. 104 anni fa nasceva infatti a Ponte a Ema (Firenze) uno dei più grandi atleti della storia del ciclismo italiano. Vincitore di tre Giri d'Italia, due Tour de France e varie altre corse classiche, è ricordato per la rivalità con Fausto Coppi e per aver aiutato centinaia di ebrei italiani durante la Shoah.
La storia e i successi
Nato il 14 luglio 1914 a Ponte a Ema, Firenze, Gino Bartali cominciò a correre in bicicletta nei primi anni trenta con la società "Aquila divertente". Nel 1934 vinse la quinta edizione della Coppa Bologna, valida come terza prova del Campionato toscano dilettanti. Fu il primo di una lenga serie di successi, che comprende tre edizioni del Giro d'Italia (1936 - 1937 - 1946), due Tour de France (1938 - 1948), quattro Milano-Sanremo e tre edizioni del Giro di Lombardia. La Seconda Guerra Mondiale scoppiò proprio nel mezzo della carriera del ciclista toscano, che dato per "finito", riuscì comunque a ottenere successi importanti anche dopo la fine del conflitto. Morì il 5 maggio del 2000 a Firenze per un attacco di cuore.
La rivalità con Coppi
La rivalità fra Gino Bartali e Fausto Coppi ha segnato la storia dello sport italiano, con episodi rimasti impressi nella memoria collettiva del Paese. Il primo è relativo al Giro d'Italia del 1940, quando Bartali fece da gregario al rivale storico per ordine di scuderia della loro squadra, la Legnano. Per spronarlo a rimanere in sella in un momento difficile, Bartali disse a Coppi di essere "un acquaiolo", un portatore d'acqua e non un campione, pungolando così il suo orgoglio. Celebre è anche una fotografia che ritrae i due ciclisti mentre si passano una bottiglietta d'acqua durante l'ascesa al Col du Galibier al Tour de France del 1952: la dimostrazione che la loro rivalità non trascendeva i dettami del fair play. Un'altra impresa di Bartali, la vittoria al Tour de France del 1948, ha conquistato un posto di rilievo nella storia nazionale: secondo molti questo trionfo sportivo, che appassionò milioni di italiani, aiutò a distogliere l'opinione pubblica dall'attentato di cui era stato vittima Palmiro Togliatti, allora segretario del Partito Comunista Italiano, il 14 luglio. L'avvenimento aveva generato grande tensione politica e sociale nel Paese e rischiava di avere conseguenze molto gravi.
Fra i Giusti dell'Olocausto
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Gino Bartali fu arruolato nella Guardia Nazionale Repubblicana, ma riuscì comunque ad adoperarsi per salvare centinaia di rifugiati ebrei, collaborando con l'organizzazione di resistenza clandestina Delasem. Grazie alle sue doti atletiche, fece numerosi viaggi in bicicletta dalla stazione di Terontola-Cortona fino ad Assisi, trasportando importanti documenti e fotografie nascosti nei tubi del telaio e facilitando così la fuga delle persone perseguitate. Questo impegno gli valse diversi riconoscimenti postumi. Nel 2006, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferì la medaglia d’oro al merito civile, mentre nel 2013 arrivò il riconoscimento di "Giusto fra le Nazioni" e il suo nome è annoverato nel "Giardino dei giusti del mondo" di Padova. Dal 2 maggio 2018, Bartali è stato insignito anche della cittadinanza onoraria d'Israele. Probabilmente avrebbe commentato il suo impegno per salvare vite umane con una delle sue frasi celebri: "Il bene si fa, ma non si dice. E certe medaglie si appendono all'anima, non alla giacca".