Green Hill, condannati a 18 mesi i 3 attivisti che liberarono le cavie

Cronaca
Attivisti Green Hill davanti a Palazzo di Giustizia (Milano, foto d'archivio LP)
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Stando alle indagini della Digos di Milano, il 20 aprile 2013, dopo essere entrati nei laboratori dell'ateneo, 5 attivisti (2 hanno già patteggiato) bloccarono la sala d'accesso e distrussero le targhette identificative degli animali e le gabbie prima di portarli via

Il Tribunale di Milano ha condannato in primo grado a un anno e mezzo di carcere i tre attivisti dell'associazione animalista "Coordinamento fermare Green Hill", che il 20 aprile 2013 occuparono i locali del dipartimento di Farmacologia dell'Università Statale, liberando un centinaio di cavie.

Le accuse e la sentenza di primo grado

La richiesta del pubblico ministero era stata di un anno e tre mesi di carcere per i tre attivisti, che avevano liberato un centinaio di cavie, tra cui topi e conigli, destinate a sperimentazioni relative ai recettori della nicotina e alla cura di malattie neurodegenerative e oncologiche. Violenza privata, occupazione di edificio e terreno pubblico e danneggiamento aggravato le accuse su cui ha giudicato il tribunale milanese. L'Università Statale di Milano e l'Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), che si erano costituiti parte civile, sono decaduti e  hanno quindi perso il diritto a ottenere un risarcimento dei danni, da loro quantificato in 500mila euro.

La ricostruzione del blitz

Stando alle indagini della Digos di Milano, il 20 aprile del 2013 cinque attivisti (in due hanno già patteggiato) entrarono nel laboratorio dell'ateneo, bloccarono la sala d'accesso e distrussero le targhette identificative degli animali e le gabbie prima di portarli via. Dopo il blitz, una trattativa, conclusasi con la liberazione di alcune cavie, poi affidate ad associazioni. Secondo il Rettore Gianluca Vago, sentito in aula come teste, questo episodio causò "la perdita dei finanziamenti legati alle singole ricerche già in corso, oltre alla perdita dei dati degli esperimenti in corso, che bloccarono ulteriori ricerche e i finanziamenti che queste avrebbero generato". Dopo la sentenza, riporta l'Ansa, una decina di attivisti ha esposto uno striscione fuori dal Palazzo di Giustizia: "Abbattiamo il muro del silenzio".

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