Ad Agrigento sequestrati beni per 3 milioni di euro a imprenditore

Cronaca
L'ordinanza di sequestro è stata richiesta dalla Direzione Investigativa Antimafia (archivio ansa)
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L'ordinanza ha colpito il patrimonio di un 66enne di Favara sospettato di far parte di un sodalizio mafioso. Secondo le indagini e le testimonianze dei collaboratori di giustizia, le imprese dell'uomo servivano gli interessi delle consorterie

Beni del valore di 3 milioni di euro sono stati sequestrati a un imprenditore sospettato di far parte di un sodalizio mafioso. Il provvedimento a carico del 66enne di Favara, Agrigento, è stato emesso dal Tribunale su proposta del direttore della Dia.

Il maxi sequestro

Ad attuare l'ordinanza sono stati gli stessi uomini della Dia che hanno confiscato all'imprenditore 14 fabbricati, 25 terreni e quote di altri 26. Nella lista dei beni sequestrati figurano anche tre società di capitale e relativi compendi aziendali, una quota societaria di un consorzio e un rapporto finanziario. Alla base dell'ordinanza ci sono i risultati delle indagini dell'antimafia che hanno messo in luce la pericolosità sociale dell'imprenditore, malgrado quest'ultimo non avesse condanne per reati di mafia. Gli inquirenti hanno precisato che l'uomo farebbe parte di un sodalizio criminale di stampo mafioso che opera nel settore degli appalti pubblici nella provincia di Agrigento. Secondo le indagini, alcune delle attività imprenditoriali dell'indagato, intestate a soggetti terzi, ma comunque a lui riconducibili, avrebbero servito gli interessi di una precisa consorteria mafiosa. Il quadro accusatorio sarebbe stato confermato anche dalle dichiarazioni fornite dai collaboratori di giustizia. Tra questi, secondo quanto reso noto, figurerebbe anche Maurizio Di Gati, già capo mafia della provincia di Agrigento. Tutti i racconti dei collaboratori avrebbero trovato conferma in vari filoni investigativi sviluppati nel tempo, in contesti territoriali differenti.

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