Chiamano figlia Blu, Procura non procede: nome bimba può restare così
CronacaPer la seconda volta in pochi giorni un pm di Milano ha deciso di ritirare il ricorso e una richiesta di rettifica del nome, inizialmente non ritenuto "inequivocabilmente femminile". Il Tribunale civile ha dato l'ok sdoganandone di fatto l'utilizzo
Un'altra bambina nata a Milano potrà chiamarsi Blu. Dopo l'ok dei giorni scorsi del Tribunale civile milanese al nome con cui è stata registrata all'anagrafe una piccola di 5 mesi, è arrivato il via libera anche per una bambina nata un anno e mezzo fa nel capoluogo lombardo da una coppia di genitori che abitano in provincia di Cuneo.
Il padre: "Avremmo comunque continuato a chiamarla Blu"
"Sono molto contento di questa decisione - ha detto il padre della bimba dopo l'udienza - perché in famiglia avremmo comunque continuato a chiamarla Blu, ma non dovere ottemperare anche alla parte burocratica è certamente meglio per noi". L'uomo ha fatto poi un invito ai neo-papà e alle neo-mamme: "Ci sembra che questa sia ormai la linea della Procura su casi del genere, quindi chiamate i vostri figli Blu".
Il secondo caso in pochi giorni
Il caso gemello di una piccola di cinque mesi, anche lei chiamata Blu dai genitori, è di qualche giorno fa. Anche in quell'occasione, il pm Luisa Baima Bollone aveva prima chiesto al Tribunale la rettifica dell'atto di nascita, ma poi aveva rinunciato al ricorso. Per i genitori della bimba, dunque, non c’è stato nemmeno bisogno di convincere il giudice. Il meccanismo burocratico si era attivato a partire da una segnalazione dell'Ufficiale dello stato civile del comune di Milano alla Procura cittadina. Il pm aveva richiamato una norma secondo cui "il nome imposto al bambino deve corrispondere al sesso" e aveva specificato che il "nome moderno" Blu, derivante dall'inglese ‘Blue’, non può essere attribuito "in modo inequivoco a persona di sesso femminile". Da qui la richiesta iniziale al Tribunale per la rettifica dell'atto di nascita e di "anteporre" a Blu un nome femminile, scelto dai genitori. In udienza, però, era arrivata dal pm la rinuncia al ricorso. E il giudice tutelare Maria Rita Cordova, preso atto della rinuncia, aveva confermato il nome e archiviato la pratica. Un iter confermato anche in quest’ultimo caso.