Raid a Roma, Casamonica respinge accuse: "Ho difeso donna aggredita"
CronacaL’esponente della famiglia romana ha parlato durante l’interrogatorio di garanzia al Regina Coeli. Lui e altri membri dell'omonimo clan sono stati arrestati dopo la duplice aggressione avvenuta nel giorno di Pasqua all’interno di un bar in via Barzilai alla Romanina
"Sono intervenuto io a difesa della donna aggredita". Così Antonio Casamonica si è difeso davanti al gip nell'ambito dell'interrogatorio di garanzia nel carcere Regina Coeli dopo l'arresto per il raid in un bar di Roma, avvenuto il primo aprile scorso in via Salvatore Barzilai, nel quartiere della Romanina. Intanto anche altri del clan presenti al raid hanno deciso di rendere dichiarazioni spontenee. Tra loro, Alfredo Di Silvio: "Ero drogato e ubriaco, chiedo scusa alla giustizia".
L’avvocato: "Il mio assistito vittima di strumentalizzazioni"
Secondo quanto riferisce il suo difensore, Casamonica "ha risposto in maniera molto chiara e dettagliata chiarendo una situazione che secondo me risulta con assoluta evidenza già dalla visione del video. Si vede chiaramente che lui interviene in maniera evidente e molto energica in difesa della signora aggredita, quindi mi rimane molto difficile comprendere come possa esserci un'ordinanza di questo genere". Per l'avvocato, Casamonica "è vittima di una strumentalizzazione e di un giornalismo fatto spesso e volentieri con poca serietà, mistificando spesso la realtà".
Di Silvio: "Ero drogato e ubriaco, chiedo scusa"
"Mi scuso con la giustizia. Ero ubriaco e drogato e non ho capito quello che stava succedendo", ha detto invece Alfredo Di Silvio, uno degli accusati del raid. L'uomo ha reso dichiarazioni spontanee davanti al gip. Il fratello maggiore, Vincenzo, ha poi affermato "di essere intervenuto convinto che mio fratello fosse stato aggredito dal barista, per difenderlo ho tirato un pugno, anche io ho ricevuto qualche colpo, ci sono i referti medici". I due Di Silvio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere ma hanno rilasciato brevi dichiarazioni. Il nonno dei due, Enrico Di Silvio, ha invece scelto di rispondere all'interrogatorio confermando di essere andato al bar due giorni dopo l'aggressione. "Andavo sempre lì a fare colazione, e quando ho visto la titolare le ho detto: "cosa hanno fatto i miei nipoti?", lei mi ha risposto 'ho fatto già tutto'. Ho provato allora a convincerla a desistere, ma mai in maniera aggressiva, non l'ho minacciata, mai detto 'allora vuoi la guerra'".
Il raid e gli arresti
Il raid di cui sono accusati i Casamonica è avvenuto il giorno di Pasqua quando due uomini, sospettati di essere membri dell'omonimo clan, sono entrati in un bar della Romanina pretendendo di non fare la fila per comprare le sigarette. In seguito al rifiuto, avrebbero iniziato a protestare e a picchiare una donna disabile che aveva contestato il loro atteggiamento. Gli uomini, nella stessa giornata, sarebbero ritornati nel locale danneggiandolo, picchiando il proprietario e intimandogli di non denunciare. In tutto sono stati quattro gli uomini arrestati e la Direzione distrettuale antimafia (Dda) ha ipotizzato anche l'aggravante del metodo mafioso che si somma ai reati di lesioni, minacce e danneggiamento. Nel corso del pestaggio al Roxy bar avrebbero detto: "Qui noi siamo i padroni, è tutto nostro".