Piazza San Carlo, pm: da prefetto di Torino nessuna inerzia o lassismo

Cronaca
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Lo scrive la procura nella richiesta di archiviazione del prefetto Renato Saccone dalle accuse di disastro e omicidio colposo. I pm osservano che affrontò la questione con un tavolo di alto livello tecnico

"Nessuna inerzia o lassismo da parte del prefetto" è emersa nelle fasi che precedettero la serata del 3 giugno 2017 a Torino in piazza San Carlo. È quanto scrive la procura nella richiesta di archiviazione del prefetto Renato Saccone dalle accuse di disastro e omicidio colposo. I pm osservano inoltre che affrontò la questione con un tavolo di alto livello tecnico "senza ricevere né allora né successivamente alcuno spunto che potesse o dovesse condurlo ad adottare un atteggiamento più incisivo".

L'inchiesta

La richiesta di archiviazione per il prefetto Saccone, la cui posizione era già stata stralciata, rientra nelle nuove carte depositate dalla procura nell'ambito dell'inchiesta per il caos davanti al maxischermo per la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid che provocò oltre 1.500 feriti, tra cui una donna morta dopo alcuni giorni di agonia. L'atto, notificato anche ad alcune persone offese, ricorda che in materia di pubblica sicurezza il prefetto, a differenza del questore, non ha "una funzione prettamente di indirizzo e coordinamento, non direttamente operativa". Uno degli addebiti mossi a Saccone era non avere convocato, in vista della serata del 3 giugno, il Comitato per l'ordine e la Sicurezza pubblica. Saccone, interrogato, ha detto che sono "rare" le disposizioni che impongono il vertice, e tra queste non sono previsti gli spettacoli. Inoltre, il primo giugno "si premurò di convocare una riunione di coordinamento" durante la quale "richiamò l'attenzione al rispetto della circolare del Capo della polizia" sull'organizzazione di grandi eventi. In quell'occasione, nonostante le sue richieste, "nessuno gli segnalò che vi fossero motivi di allarme e nemmeno di preoccupazione" in materia di ordine pubblico.

Gli indagati

Il procedimento continua per quindici indagati, tra cui l'ex questore Angelo Sanna, il viceprefetto Roberto Dosio e la sindaca di Torino Chiara Appendino, il cui operato potrebbe essere stato connotato da inerzia. Il riferimento è alla mancata ordinanza di divieto di circolazione di bottiglie di vetro, ma gli stessi magistrati ammettono che la materia è controversa. Con il deposito degli atti è stato prorogato al 29 maggio il termine entro il quale gli avvocati difensori possono chiedere di svolgere accertamenti, presentare memorie o documenti, fare interrogare i propri assistiti. Secondo le prime informazioni che trapelano da ambienti vicini a Palazzo di Giustizia, le nuove carte riguardano la consulenza tecnica sui residui di spray urticante tra gli abiti di alcuni presenti in piazza San Carlo la sera del 3 giugno 2017, più un rapporto della Digos, redatto lo scorso 4 maggio, con le analisi di alcuni filmati.

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