Giustizia, giudici di pace in sciopero per un mese dal 9 aprile

Cronaca
I sindacati chiedono anche la stabilizzazione di 5mila giudici di pace (Fotogramma)

La protesta contro la riforma che, accusano, precarizza la categoria, limitando l'impiego dei giudici a 2 giorni la settimana, abbattendone gli emolumenti  e non riconoscendo tutela alcuna per maternità, paternità, malattia

 

I giudici di pace tornano a incrociare le braccia: lo sciopero di quattro settimane – proclamato dai sindacati per protestare contro la riforma voluta dal ministro della Giustizia Andrea Orlando e da loro definita “incostituzionale” – partirà il prossimo 9 aprile.

Sciopero di un mese

Lo sciopero prevede l'astensione fino al 6 maggio dal lavoro (udienze, emissione di decreti, ordinanze e sentenze) dei giudici di pace che – come ricordano i sindacati Unagipa e di Angdp – “trattano oltre il 60% del contenzioso civile e penale e sono irrinunciabili per il funzionamento della giustizia”. Come si legge in una nota delle organizzazioni sindacali, in quelle quattro settimane “saranno garantite solo la tenuta di un'udienza a settimana e gli atti indifferibili e urgenti”.

Le richieste dei giudici di pace

I giudici di pace – si legge ancora nella nota, riportata dalle agenzie – contestano “l'incostituzionale riforma della magistratura di pace ed onoraria voluta dal ministro Orlando”. Una riforma che, a detta dei sindacati, “precarizza ulteriormente la categoria, limitando l'impiego dei giudici a 2 giorni la settimana, abbattendone gli emolumenti, ponendo i contributi previdenziali integralmente a loro carico, non riconoscendo tutela alcuna per maternità, paternità e malattia.

L'appello ai “vincitori” delle elezioni  

I presidenti di Unagipa, Maria Flora Di Giovanni, e quello di Angdp, Gabriele di Girolamo, si rivolgono alle “forze politiche che hanno largamente vinto le elezioni” – e che, a loro dire, “hanno già manifestato la volontà di cancellare e riscrivere integralmente la riforma” – di “abrogare la riforma e procedere, con decreto legge, alla stabilizzazione dei 5mila giudici di pace e magistrati onorari in servizio”. In contemporanea, i leader sindacali chiedono che “il governo attualmente in carica, delegittimato dalla sonora sconfitta elettorale, sospenda immediatamente ogni attività di attuazione della riforma Orlando”. Le pregiudiziali sollevate dai giudici di pace italiani sono attualmente sottoposte al giudizio della Corte di giustizia europea.  

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