Embraco, la rabbia degli operai. Calenda ai lavoratori: "Non molliamo"

Cronaca
Un operaio si è incatenato al cancello dello stabilimento Riva di Chieri (Ansa)

Gli operai davanti ai cancelli dello stabilimento a Riva di Chieri dopo la conferma, da parte dell'azienda del gruppo Whirpool, di voler licenziare decine di dipendenti. Il ministro a Bruxelles incontra il commissario Ue Vestager: "Ha assicurato intransigenza"

I lavoratori Embraco si sono ritrovati davanti allo stabilimento di Riva di Chieri dalle prime ore del mattino per protestare dopo gli ultimi sviluppi negativi della loro situazione aziendale. Uno di loro si è incatenato al cancello. Lunedì c'è stato un altro "nulla di fatto" nella vertenza sui licenziamenti dell’azienda del gruppo Whirlpool. I vertici hanno detto no alla proposta del ministero dello Sviluppo economico, che chiedeva lo stop ai licenziamenti e l'avvio della cassa integrazione. Il rifiuto è arrivato durante l'incontro a Roma nella sede del ministero con il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che oggi invece ha incontrato a Bruxelles il commissario Ue Vestager per esporle la situazione e chiedere un intervento. Anche il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, è intervenuto sulla vicenda definendola una "situazione inaccettabile". Luca Visentini, segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (Ces), ha annunciato battaglia: "Faremo tutti i passi possibili per bloccare l'operazione: basta con questa 'prateria delocalizzatrice'".

"Finché c’è uno spiraglio non mollerò"

In mattinata, un operaio dell'Embraco, in azienda da 25 anni presso lo stabilimento di Riva di Chieri, si è incatenato ai cancelli della fabbrica. "Non voglio mollare, è la mia fabbrica che mi ha dato da mangiare per 25 anni, finché c'è uno spiraglio non mollerò", ha spiegato. "Serpeggia lo sconforto. I lavoratori sono disgustati dall'atteggiamento dell'azienda e sfiduciati perché non vedono alcun tipo di prospettiva positiva. Lavoreremo fino al 25 marzo per far loro cambiare idea", ha detto Dario Basso, segretario generale della Uilm torinese. "A questo punto il governo deve agire, i tempi sono strettissimi. Se un’azienda vuole insediarsi bisogna fare in fretta", ha aggiunto Ugo Bolognesi della Fiom. Come previsto dalla legge, il 24 febbraio si chiuderà la fase sindacale della procedura di licenziamento collettivo (finiscono i 45 giorni dall'avvio formale). Embraco e sindacati dovrebbero incontrarsi due giorni prima, giovedì alle 16, all'Unione industriale di Torino. I lavoratori faranno un presidio. L'incontro non dovrebbe riservare sorprese positive. Secondo i sindacati, è probabile che l'azienda riproponga l'idea di ricorrere al part time, ipotesi già respinta e ritenuta inaccettabile anche dal ministro Calenda. Il tavolo sui licenziamenti, dopo il 24, resterà soltanto in sede istituzionale. Il prossimo incontro sarà convocato quindi dalla Regione Piemonte.

Calenda: "Incontro ok con Vestager"

Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, intanto, ha incontrato a Bruxelles il commissario Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, alla quale ha chiesto la verifica su un'eventuale violazione delle normative per l'attrazione degli investimenti, in questo caso della Slovacchia, sui casi Honeywell ed Embraco. Un incontro che secondo Calenda "è andato bene" in quanto Vestager "ha molto ben chiaro il problema" e "ha assicurato che la Commissione è molto intransigente nel verificare i casi segnalati in cui c'è un problema o di uso sbagliato o non consentito degli aiuti o, peggio, di aiuto di Stato per attrarre da Paesi che sono parte dell'Ue". Infine, sempre da Bruxelles, Calenda ha rinnovato le sue intenzioni ai lavoratori dell'azienda: "Non molliamo, stiamo lavorando a tutti i livelli, lavoriamo qua, lavoriamo con Invitalia che è partita a fare una mappatura di progetti alternativi per l'industrializzazione, non si molla come è successo in casi di altre crisi prima di questa".

Calenda: "Basta vertici inutili, combattiamo"

Ieri invece Carlo Calenda ha incontrato i vertici dell'azienda ma il faccia a faccia ha solo creato polemiche. "Adesso basta con i vertici inutili, combattiamo per i posti di lavoro", ha detto il ministro che non ha nascosto la sua disapprovazione per gli sviluppi del caso Embraco anche in una intervista al Corriere della Sera: "Embraco ha la nostra proposta, se tornano indietro siamo disponibili a prenderli in considerazione, ma io altre riunioni che si chiudono con 'forse..', 'ma..', non ne faccio più", ha detto il ministro. 

Tajani: "Una situazione inaccettabile"

Sulla questione è intervenuto anche il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. "È una situazione inaccettabile", ha detto dopo aver incontrato a Bruxelles il ministro Calenda. Quanto sta avvenendo all'Embraco, ha aggiunto, "dimostra che l'Europa va profondamente cambiata e in tempi rapidi. E questo deve essere un impegno unitario di qualunque futuro governo italiano". Quello che sta succedendo "è l'immagine di una politica industriale europea che non c'è e che oggi facilita soltanto le delocalizzazioni: bisogna correre ai ripari", ha sottolineato ancora Tajani. Il presidente dell'Europarlamento ha poi concluso: "Il mercato unico così come è strutturato oggi è drogato, è necessaria una svolta".

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