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'Ndrangheta, maxi-operazione Dda Reggio Calabria e Firenze: 37 arresti

Cronaca
Un momento della conferenza stampa sulle operazioni contro la 'ndrangheta (Foto: ANSA)

Sequestrati anche 100 milioni e 51 imprese: I provvedimenti hanno riguardato diverse regioni italiane

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Doppio blitz contro la 'ndrangheta tra Calabria e Toscana. Ventisette le persone fermate su tutto il territorio nazionale su ordine della Dda di Reggio Calabria e sequestri per un valore di 100 milioni di euro, mentre 14 provvedimenti restrittivi e altri sequestri sono stati effettuati su ordine della Dda di Firenze. Quattro sono gli indagati in comune. L'allarme del procuratore nazionale antimafia De Raho: "la 'ndrangheta assorbe le imprese legali". 

Blitz doppio

Le due inchieste parallele hanno dato un "colpo" ai meccanismi economico e finanziari di riciclaggio dei proventi illeciti della 'ndrangheta. Sono 27 i fermi disposti dalla Dda di Reggio Calabria nell'inchiesta "Martingala" con accusa di associazione a delinquere di stampa mafioso (416 bis) e altri 46 sono i denunciati. Invece nell'inchiesta "Vello d'Oro" della Dda di Firenze risultano 18 indagati di cui 14 arrestati con ordinanza del gip (11 in carcere e 3 ai domiciliari) per ipotesi di reato, a vario titolo, di associazione a delinquere, estorsione, sequestro di persona, usura, riciclaggio ed auto riciclaggio, esercizio abusivo dell'attività del credito, emissione di false fatture. Contestata l'aggravante del metodo mafioso. Quattro personoe sono gli indagati "comuni" tra le due inchieste.

"Martingala"

L'operazione è scattata alle prime ore dell'alba da parte del personale della Direzione investigativa antimafia (Dia) di Reggio Calabria e del Comando provinciale della Guardia di finanza. Oltre ai 27 fermi sono stati eseguiti sequestri di imprese, beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di 100 milioni di euro. Le persone destinatarie del provvedimento di fermo sono ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita, usura, esercizio abusivo dell'attività finanziaria, trasferimento fraudolento di valori, frode fiscale, associazione per delinquere finalizzata all'emissione di false fatturazioni, reati fallimentari ed altro.

"Vello d'oro"

Operazione contemporanea in Toscana dei Carabinieri e della Guardia di finanza di Firenze nei confronti di numerosi soggetti ritenuti in affari con la 'ndrangheta. Sono 14 le persone per le quali il gip, su richiesta della Dda di Firenze, ha emesso la misura di custodia cautelare: per 11 in carcere, per altri 3 agli arresti domiciliari. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione per delinquere, estorsione, sequestro di persona, usura, riciclaggio e autoriciclaggio, attività finanziaria abusiva, trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal metodo mafioso. L'inchiesta "Vello d'Oro" ha svelato meccanismi di riciclaggio di capitali "sporchi" di cosche della 'ndrangheta della provincia di Reggio Calabria con imprese del distretto del cuoio, nelle zone di Fucecchio e Santa Croce sull'Arno. Secondo le indagini si tratta di società conciarie sane i cui imprenditori avrebbero preso accordi con esponenti in Toscana della 'ndrangheta per rafforzare la liquidità e per ottenere vantaggi sull'Iva tramite il pagamento di false fatture per operazioni commerciali inesistenti. Il denaro ottenuto dagli esponenti della 'ndrangheta in Toscana sarebbe provento di illecito e veniva rimborsato a un tasso usurario medio del 9,5%. 

"La 'ndrangheta assorbe le imprese legali"

In conferenza stampa il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho ha illustrato alcuni dettagli dei due blitz e ha parlato di un quadro "preoccupante sia in Toscana sia in altre regioni del Centro-Nord". La 'ndrangheta, ha detto, "si presenta agli imprenditori apparentemente onesti con il miraggio di procurare guadagni migliori e di far raggiungere loro obiettivi più alti. Abbiamo il dovere di fare attenzione all'apertura di queste presunte ricchezze in un momento come quello attuale dove le imprese faticano ad andare avanti". Dall'inchiesta della Dda di Firenze, ha aggiunto, emerge "un sistema economico, complice e consapevole, che trae dei propri utili. In questo caso abbiamo una 'ndrangheta che non ha bisogno di usare violenza e di esercitare intimidazioni perché assorbe la parte dell'economia legale attraverso il sistema del guadagno, il sistema delle false fatturazioni".