Interrogate per 12 ore le studentesse Usa che hanno denunciato la violenza sessuale. Corriere della Sera riporta stralci dell’interrogatorio di novembre, interrotto più volte dal giudice per frasi non appropriate: "Domande sadiche, non torno indietro di 50 anni"
Dodici ore di interrogatorio e domande ritenute dallo stesso giudice "sadiche". Questo quanto ricostruito dal Corriere della Sera, che riporta stralci dell'interrogatorio alle due giovani studentesse americane, che il 7 settembre hanno accusato di stupro due carabinieri in servizio a Firenze. Le giovani sono tornate nel capoluogo toscano nel mese di novembre per rispondere alle domande degli avvocati della difesa che più volte, secondo quanto riportato dal quotidiano di via Solferino, sono state filtrate e bloccate dal giudice Mario Profeta perché inappropriate e lesive della sfera intima e personale delle studentesse.
"Trova sexy gli uomini in divisa?"
"Lei trova affascinanti, sexy gli uomini che indossano una divisa?"; "Lei indossava solo i pantaloni quella sera? Aveva la biancheria intima?"; "E' la prima volta che è stata violentata in vita sua": sono queste alcune delle domande rivolte dai legali e ritenute "inammissibili" dal giudice Mario Profeta che è intervenuto con forza anche quando l'avvocato di parte è sceso nei dettagli della violenza fisica: "Che brutta domanda avvocato. Sono domande che si possono e si devono evitare nei limiti del possibile, perché c'è un accanimento che non è terapeutico in questo caso... Non bisogna mai andare oltre certi limiti. È l'inutilità a mettere in difficoltà le persone, non si può ledere il diritto delle persone". E ancora: "Non torno indietro di 50 anni, non lo consento a nessuno".