Morte Pamela, altri due uomini interrogati a Macerata

Cronaca

Dopo i 2 pusher indagati per concorso in omicidio, 2 cittadini nigeriani sotto torchio, ma non in stato di fermo, nell’ambito dell’inchiesta sulla morte della 18enne romana. Gli inquirenti sono convinti che a sezionare il cadavere non possa essere stata solo una persona

Proseguono le indagini sulla morte della 18enne romana Pamela Mastropietro, trovata a pezzi in due valigie abbandonate poi a Pollenza (Macerata). Mentre due pusher cittadini nigeriani sono già indagati per concorso in omicidio, altri due connazionali sono stati interrogati. I due sotto torchio non sono, al momento, in stato di fermo: sarebbero stati trovati uno a Macerata e l’altro a Milano, mentre cercava di andare in Svizzera. Intanto la città marchigiana, dopo il raid razzista di Luca Traini contro alcuni migranti, si prepara per la manifestazione antifascista e antirazzistica prevista per domani (sabato 10 febbraio): vie blindate, scuole chiuse e stop agli autobus.

I due sotto interrogatorio

A portare i carabinieri sulle tracce di altre due persone, oltre agli indagati, sarebbero stati i risultati dell’autopsia e in particolare il modo in cui è stato sezionato il corpo della vittima. Gli inquirenti, infatti, sono convinti che lo smembramento del cadavere non possa essere stato eseguito da una sola persona. Il sospetto è che i due uomini nigeriani rintracciati abbiano aiutato a sezionare e occultare il cadavere di Pamela. I carabinieri, che vagliano la posizione anche di altre persone, stanno interrogando i due per capirne gli spostamenti, la posizione nelle ore in cui la ragazza è morta o è stata uccisa e verificarne così l'alibi. “Sono in corso e si protrarranno per l'intera giornata – fa sapere in una nota il Procuratore di Macerata Giovanni Giorgio – audizioni a chiarimenti di più soggetti di nazionalità nigeriana. Non sono stati effettuati fermi”.

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