Stato-mafia, Procura chiede 15 anni per Mori e 12 per Dell'Utri

Cronaca
L'ex capo del Ros dei carabinieri Mario Mori

Il processo a Palermo: chiesti rispettivamente 12 e 10 anni per gli altri due ufficiali dell'Arma accusati Antonio Subranni e Giuseppe De Donno. Sei anni per l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino imputato per falsa testimonianza

Dodici anni per l'ex senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri, quindici anni per il generale Mario Mori. Sono tra le richieste di condanna avanzate dalla Procura di Palermo al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Dell'Utri e Mori, ex capo del Ros, sono entrambi imputati per minaccia e violenza a Corpo politico dello Stato. Sei anni di carcere sono stati chiesti per l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino imputato per falsa testimonianza. Chiesti rispettivamente 12 e 10 anni per gli altri due ufficiali dell'Arma accusati: Antonio Subranni, prima di Mori al comando del Raggruppamento speciale dei carabinieri, e Giuseppe De Donno. Tra gli imputati pure Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, quest'ultimo condannato nel 1992 in Cassazione per associazione mafiosa. Ciancimino jr risponde di calunnia e per lui la procura ha chiesto una condanna a 5 anni, ma anche il non doversi procedere per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, perché prescitto.

Le altre richieste di condanna

Al termine della requisitoria - durata otto udienze, durante le quali si sono alternati anche i pm Roberto Tartaglia, Nino Di Matteo e Francesco Del Bene  - il pm Vittorio Teresi davanti ai colleghi ha formulato le richieste di pena: boss mafiosi, politici e carabinieri sono accusati di avere intavolato un dialogo tra Cosa nostra e le istituzioni. Totò Riina morto nello scorso novembre era il principale imputato del processo. Una trattativa finalizzata a far cessare gli attentati e le stragi, avviati nel 1992 e proseguiti nel 1993, per indurre lo Stato a piegarsi alle richieste provenienti da Cosa nostra. La pena più alta - 16 anni - è stata chiesta per il boss mafioso Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina, mentre 12 anni sono stati chiesti per il boss Antonino Cinà. Per il boss Giovanni Brusca chiesta la prescrizione, in forza della legge sui collaboratori di giustizia.

Cronaca: i più letti