Avvocato con il velo torna in aula: “La mia è una battaglia giuridica”

Cronaca
Asmae Belfakir è avvocato praticante dell'Università di Modena (Fotogramma)
Fotogramma_avvocato-Bologna-velo

La giovane praticante marocchina ha fatto ritorno in Tribunale a Bologna con lo hijab. Tanti i messaggi di solidarietà, tra cui quello della Regione Emilia Romagna

Dopo essere stata allontanata il giorno prima da un'aula del Tar di Bologna a causa del velo che indossava, Asmae Belfakir, praticante avvocato 25enne di origini marocchine, è tornata in Tribunale la mattina di giovedì 18 gennaio. Parlando dell'episodio con i giornalisti, ha detto: “Ci sono rimasta molto male, ho partecipato a tante udienze ma non mi era mai successo”.  

Una “battaglia giuridica”

“Ero davvero sconvolta, ma sono contenta di quello che ho fatto”, ha proseguito Asmae Belfakir, citata anche dall'agenzia Ansa. Per lei si tratta di una “battaglia giuridica”: c'è infatti chi ha sostenuto che il giudice – che le aveva chiesto di scoprirsi il capo e poi, al suo diniego, l'aveva costretta a lasciare l'udienza – avesse ragione ma per lei “non è così – ha detto facendo riferimento al cartello affisso sulla porta del giudice, una foto diventata virale sui social – le norme vanno lette e interpretate”. La decisione dell'alto magistrato era già stata sconfessata dal presidente del Tar di Bologna, che fin da mercoledì aveva assicurato alla ragazza, praticante dell'ufficio legale dell'Università di Modena e Reggio Emilia, la possibilità di recarsi in tribunale con lo hijab, il velo utilizzato dalle donne islamiche per coprire capo e spalle.

La solidarietà alla ragazza

Hijab – di color rosa antico (mercoledì era azzurro) – che Asmae Belfakir è tornata a indossare appunto l'indomani in Tribunale a Bologna, dove si è recata per partecipare a una breve udienza della Sezione Civile, al secondo piano dell'edificio. La giovane ha fatto sapere di non attendersi delle scuse dal giudice (“non ne vedo il motivo”, ha detto) e poi ha spiegato: “Mi aspettavo questo clamore, però non così tanto: ho ricevuto tanti messaggi di solidarietà”.

La Regione: “Non ha violato la legge”

Tra questi quello dell'assessore della Regione Emilia Romagna alle Pari opportunità, Emma Petitti: “Le aule dei tribunali sono pubbliche e devono essere luoghi aperti a tutti – ha detto – l'articolo 19 della nostra Costituzione lo dice chiaramente: tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa”. Per questo, la conclusione dell'assessore Petitti è che Asmae “non ha violato alcuna legge”. Gli accertamenti per fare luce su quanto accaduto sono in corso: “Sarà mia premura seguire gli sviluppi della vicenda”, ha concluso.

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