Avvocato con il velo in aula, giudice la fa uscire. Il Tar ci ripensa

Cronaca
La giovane coinvolta nell'episodio è una praticante legale (Ansa)

Alla 25enne Asmae Belfakir è stato chiesto di scoprirsi il capo o di lasciare l'udienza. Una scelta successivamente sconfessata dal presidente del Tar di Bologna, dove è avvenuto l'episodio, che ha assicurato alla donna la possibilità di recarsi in tribunale col hijab

Allontanata dalle aule del Tar di Bologna a causa del velo che indossava. Questo è accaduto a Asmae Belfakir, ragazza musulmana di 25 anni, praticante avvocato nell'ufficio legale dell'Università di Modena e Reggio Emilia, a seguito della decisione del presidente della seconda sezione del tribunale amministrativo che l'ha fatta uscire durante un'udienza. Una presa di posizione poi successivamente sconfessata dal presidente del Tar di Bologna Giuseppe Di Nunzio quando l'avvocato Lorenzo Canullo, dirigente dell'ufficio legale dell'Università di Modena e Reggio Emilia, lo ha chiamato per parlare di quanto successo: la Belkafir potrà quindi tornare nelle aule del tribunale indossando il hijab, senza nessun problema.

"Tolga il velo o esca dall'aula"

In mattinata, Belfakir si era presentata a un'udienza per assistere, insieme alla sua collega, al procedimento riguardante un ricorso e una contestuale istanza di sospensione cautelare in materia di appalti. Il giudice le ha chiesto, però, di togliere il velo, altrimenti avrebbe dovuto lasciare l'aula. La ragazza si è rifiutata ed è uscita. "Non mi era mai successo prima - ha raccontato all'Agi - ho assistito a decine di udienze, anche qui al Tar e nessuno mi aveva mai chiesto di togliere il velo. Nemmeno al Consiglio di Stato". Belfakir si è detta "sconvolta" dall'episodio.

Allontamento per ragioni "culturali"

Non sono chiare le motivazioni del giudice. Ma, a quanto pare, non sarebbero di natura legale. In tribunale è necessario essere riconoscibili ma, come afferma la giovane avvocato, "non si può assolutamente parlare di problema di sicurezza perché il velo tiene il volto scoperto e quindi sono perfettamente identificabile". Mentre lasciava l'aula, il giudice avrebbe spiegato che "si tratta del rispetto della nostra cultura e delle nostre tradizioni", riferisce la ragazza, sottolineando che "ha parlato di cultura e non di legge".

Cartello vieta il velo

Sulla porta della camera di consiglio nella sede di Bologna del Tar dell'Emilia Romagna, è affisso un cartello con la citazione dell'articolo 129 del codice di procedura civile che tra le altre cose richiama per chi interviene o assiste all'udienza al dovere di "stare a capo scoperto", in particolare si legge: "Chi interviene o assiste all'udienza non può portare armi o bastoni e deve stare a capo scoperto e in silenzio"; "è vietato fare segni di approvazione o di disapprovazione o cagionare in qualsiasi modo disturbo".

 

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