Il produttore ricoverato nel giorno di Natale al Gemelli di Roma per ischemia e problemi cardiovascolari. L’ex moglie Rita Rusic, arrivata in ospedale con il figlio Mario, racconta: “Se tutto procede al meglio, tra due giorni potrebbe uscire dalla rianimazione”
Vittorio Cecchi Gori resta in prognosi riservata in Rianimazione al Policlinico Gemelli di Roma, ma è stabile e in progressivo miglioramento. Il produttore cinematografico ed ex presidente della Fiorentina è stato ricoverato il 25 dicembre al Policlinico Gemelli di Roma per ischemia e problemi cardiovascolari. A parlare dei suoi progressi è stata anche l’ex moglie Rita Rusic che, con il figlio Mario, è arrivata da Miami per andare a trovare l’ex marito in ospedale. È “cosciente, vigile, ovviamente provato”, ha raccontato Rusic. “Si è emozionato e commosso vedendoci. Si sta riprendendo bene. Il professore che lo sta seguendo ci ha detto che, se tutto procede al meglio, tra due giorni potrebbe uscire dalla rianimazione”, ha aggiunto.
Il ricovero in ospedale
Cecchi Gori, nato a Firenze 75 anni fa, era stato ricoverato in rianimazione al Gemelli di Roma nel giorno di Natale. Le sue condizioni erano stata definite serie ma stabili. Era arrivato in ospedale per una ischemia cerebrale. In conseguenza di questa condizione si sarebbero verificati, si è appreso in seguito, anche alcuni problemi cardiaci.
Chi è
Insieme con il padre Mario, Vittorio Cecchi Gori ha scritto una pagina della storia del cinema italiano: decine di film, dai cinepanettoni di successo al botteghino agli Oscar vinti con “Il Postino” (migliore colonna sonora) e “La vita è bella” (tre premi: miglior film straniero, colonna sonora e attore protagonista Roberto Benigni). Un impegno forte anche nello sport, con la presidenza della Fiorentina dal 1993 al 2002 (con due Coppe Italia e una Supercoppa italiana), e in politica con l'elezione a senatore nel 1994 con il Partito Popolare Italiano. Alla fine degli anni Novanta sono iniziati anche i problemi economici e giudiziari, che hanno portato Cecchi Gori a perdere gran parte del suo patrimonio e la stessa Fiorentina (dichiarata fallita) e a dover passare un periodo in carcere per il crac Safim (condanna a sei anni per bancarotta nel febbraio 2013). Per l'altro crac, quello della società “cassaforte” del suo gruppo, la Finmavi, Cecchi Gori ha avuto una condanna a 7 anni nell'ottobre 2013 per un fallimento da 600 milioni di euro.