Belpietro assolto per il titolo Bastardi Islamici pubblicato su Libero

Cronaca
L'ex direttore di "Libero", oggi a "La Verità", Maurizio Belpietro (archivio Ansa)

Il Tribunale di Milano ha assolto il giornalista dall'accusa di "offese aggravate a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone". Lui commenta: "Nessuna intenzione di sostenere che tutti gli islamici sono bastardi"

Maurizio Belpietro è stato assolto dall'accusa di "offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone", aggravate dalla finalità di odio razziale. Il direttore de "La Verità" era sotto processo per il titolo "Bastardi Islamici" che comparve sulle pagine di Libero, quotidiano all'epoca da lui diretto, il 13 novembre 2015 dopo la strage di Parigi.

L'assoluzione di Belpietro

La sentenza di assoluzione è arrivata nella mattinata del 18 dicembre: il Tribunale di Milano ha assolto Belpietro "perché il fatto non sussiste". L'ex direttore di "Libero", difeso dall'avvocato Valentina Ramella, aveva spiegato la scelta del titolo durante un suo precedente esame in aula. "Quando abbiamo fatto quel titolo 'Bastardi islamici' – aveva detto il giornalista - per noi era scontato che ci si riferisse ai terroristi, perché 'islamici' era aggettivo relazionale del sostantivo 'bastardi' e serviva a definire la matrice islamica degli attentati e non ho scritto, infatti, 'bastardi musulmani'". Davanti al giudice Anna Calabi, Belpietro aveva inoltre aggiunto: "la lingua italiana è chiara, basta andare su Google e digitare 'islamico' e si può leggere 'aggettivo'".

Le polemiche dopo il titolo

All'indomani dell'uscita sulla prima pagina del quotidiano "Libero" il titolo accese numerose critiche in tutta Italia. Polemiche che lo stesso direttore aveva definito "strumentali, perché si cerca di far sparire il fatto che c'è qualcuno che ammazza in nome dell'Islam". Il pubblico ministero, Piero Basilone, aveva chiesto per l'imputato una condanna a una multa di 8.300 euro, dal momento che, aveva sostenuto il pm, "il titolo 'Bastardi islamici' è un insulto generalizzato a un miliardo e mezzo di fedeli islamici, molti dei quali vittime di attentati terroristici". Secondo Basilone, il giornalista sarebbe dovuto essere condannato per offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone, aggravate dalla finalità di odio razziale, in quanto – aveva aggiunto il pm - Belpietro era "perfettamente consapevole di offendere" con una "espressione che ha generato grande frustrazione nella comunità musulmana".

Il commento: "Non volevo offendere i musulmani"

Il procedimento contro il giornalista era scaturito da una serie di denunce sporte in Procura a Milano da una decina di persone musulmane. Il Caim, Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano e Monza, che si era costituito parte civile ed era stato ammesso dal giudice, aveva chiesto un risarcimento di 350mila euro e una provvisionale da 100mila euro. Dopo la sentenza di assoluzione, il direttore ha commentato sostenendo: "Non so quale siano le motivazioni con cui sono stato assolto – ha detto Belpietro - immagino che il giudice abbia ritenuto che ciò che ho spiegato in aula e che io ho sempre detto è assolutamente fondato, ossia che non c'era alcuna intenzione di offendere e di sostenere che tutti gli islamici sono bastardi". Davanti ai cronisti, Belpietro ha chiarito che la sua intenzione "era semplicemente di sostenere che i bastardi sono quelli che hanno assassinato quelle persone". Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra quindici giorni.

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