Un arresto per terrorismo internazionale alla stazione di Foggia
CronacaSi tratta di un cittadino algerino, su cui pende una condanna a 4 anni e 9 mesi per aver fornito supporto logistico al Fronte islamico di salvezza. I militari del Ros lo hanno fermato nei pressi della stazione ferroviaria della città
I carabinieri del Ros hanno arrestato a Foggia un cittadino algerino con l'accusa di terrorismo internazionale. I militari hanno rintracciato e fermato l'uomo nei pressi della stazione ferroviaria della città durante la serata del 14 dicembre. Sull'uomo pendeva una condanna definitiva per associazione con finalità di terrorismo internazionale, seguita a un arresto del 2004.
La condanna post 11 settembre
I militari del Raggruppamento operativo speciale hanno eseguito un provvedimento dell'Ufficio esecuzione penale della procura generale di Napoli. L'algerino era infatti già condannato in via definitiva a quattro anni, nove mesi e 21 giorni di reclusione per associazione con finalità di terrorismo internazionale. Secondo l'accusa, l'uomo avrebbe fatto parte di una rete che forniva sostegno logistico a formazioni terroristiche algerine. L'uomo era stato arrestato nel 2004, insieme ad altri stranieri, in seguito a indagini condotte dallo stesso Ros e coordinate dalla procura di Napoli dopo gli attentati dell'11 settembre a New York. L'inchiesta della procura partenopea riguardava una rete di supporto logistico del Fronte islamico di salvezza (Fis) - partito politico algerino di stampo fondamentalista - attiva anche in Italia tra le province di Napoli, Caserta, Vicenza e Milano.
La rete del Fronte islamico
La rete del Fis appoggiata supportata dall'uomo era denominata "Lounici", dal nome del leader, un algerino direttamente collegato ad elementi di spicco del partito. In seguito alle indagini degli inquirenti, l'organizzazione è risultata essere dedita al traffico di armi di provenienza illecita da utilizzare per gli attentati terroristici del Fronte islamico di salvezza e del Gruppo islamico armato (Gia), da compiere in Europa e in Algeria. Tra le attività della rete c'era anche quella di reperire documenti documenti falsi da fornire ai terroristi. Le persone che vennero all'epoca arrestate, considerate riconducibili al Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento, avrebbero in sostanza sostenuto logisticamente e operativamente i gruppi terroristici algerini, finanziandone le azioni, fornendo documenti falsificati ed armi. In Italia, gli arrestati avrebbero inoltre svolto una "intensa attività di proselitismo" e favorito l'immigrazione illegale di militanti islamisti.