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Pubblica amministrazione, licenziato chi commette molestie sessuali

Cronaca
La ministra della Pubblica amministrazione Marianna Madia

È quanto emerge da una bozza del contratto per gli statali. Per un primo episodio è prevista la sospensione (fino a 6 mesi). Per i recidivi, nell’arco di due anni, scatta l'allontanamento definitivo. Il provvedimento è possibile anche in caso di scambio di favori  

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Via dalla Pubblica amministrazione chi "commette molestie a carattere sessuale". La bozza del contratto per gli statali esplicita e rafforza le sanzioni da infliggere in questi casi. Per un primo episodio è prevista una sospensione che può andare fino a un massimo di 6 mesi. Ma se il comportamento si ripete, nell'arco del biennio, scatta il licenziamento. La "pena" massima è prevista se c'è "recidiva" di "atti o comportamenti o molestie a carattere sessuale" o "quando l'atto, il comportamento o la molestia rivestano carattere di particolare gravità".

Licenziamento anche per scambio di favori e regali

Nella bozza del contratto per gli statali è previsto il licenziamento anche per lo statale che accetta o chiede, per sé o per altri, regali o altre utilità non di "modico” valore, al di sopra dei 150 euro, come contropartita per essersi adoperati, nell'ambito del proprio ufficio, a vantaggio diretto di chi fa il dono. Nella bozza del contratto un capitolo è dedicato al codice disciplinare che per la prima volta recepisce il regolamento sulla condotta del 2013, chiarendo che nei casi di scambio di favori non sia solo possibile ma è esplicitamente prevista l'espulsione.