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Soldi in cambio del permesso di soggiorno: arrestati 6 agenti a Milano

Cronaca
Una volante della polizia (Ansa)

I poliziotti avrebbero sfruttato l'impiego all'ufficio Immigrazione per chiedere denaro ai migranti che volevano ottenere il rilascio dei documenti. Quattro di loro sono finiti in carcere, due ai domiciliari. Erano già stati allontanati dal loro incarico

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Avrebbero rilasciato documenti, in particolare permessi di soggiorno, dietro compensi in denaro che andavano da poche centinaia ad alcune migliaia di euro. Con questa accusa, sei agenti di polizia, in passato impiegati all’ufficio Immigrazione di Milano, sono stati arrestati per corruzione.

Quattro in carcere, due ai domiciliari

Quattro dei sei agenti coinvolti in questa vicenda sono finiti in carcere con le accuse di associazione per delinquere finalizzata all'illecito rilascio di permessi di soggiorno, falso in atto pubblico e accesso abusivo a sistemi informatici. Per altri due, invece, sono stati disposti gli arresti domiciliari perché gli inquirenti li hanno ritenuti estranei all'associazione.

Già allontanati dal lavoro

Oltre ai sei poliziotti raggiunti dall'ordinanza di custodia cautelare, c'è un settimo collega che è stato sospeso per un anno dal lavoro. Tutti gli agenti erano già stati allontanati dall'ufficio Immigrazione da quasi due anni su disposizione dell'amministrazione interna, che ha avviato l'indagine nel 2013 e nel 2016 ha arrestato un altro poliziotto per gli stessi reati. In manette anche due ristoratori e un ricercato (tutti stranieri), che avevano il ruolo di intermediari e procacciatori di "clienti". Il tariffario oscillava da poche centinaia ad alcune migliaia di euro, a seconda della difficoltà nel procurare il documento.

Oltre 100 casi scoperti

Nel corso delle indagini è emerso che gli agenti coinvolti si lamentavano dei controlli stringenti iniziati con l'arrivo della nuova dirigente dell'Immigrazione. "Gli agenti hanno fra i 40 e i 50 anni, sono operatori esperti nel settore. Di fronte all'aumento dei controlli interni hanno iniziato ad appoggiarsi a colleghi in distaccamenti dell'ufficio all'interno dei commissariati", hanno spiegato gli investigatori della Squadra mobile. "I casi scoperti sono sicuramente superiori al centinaio".