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Violenze asilo Vercelli, preside a Sky TG24: "Non sentivamo le urla"

Cronaca

Ferdinanda Chiarello, dirigente scolastico della scuola Korczak, parla della vicenda delle tre maestre accusate di maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti di bambini tra i 3 e i 5 anni: "L'unica cosa che puoi fare è piangere"

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"È possibile che le urla non siano state sentite, purtroppo a causa della struttura a 'L' di questa scuola questa sezione è l'ultima e in mezzo ci sono aule non utilizzate". Parla così a Sky TG24 Ferdinanda Chiarello, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo "Bernardino Lanino" di cui fa parte anche la scuola dell’Infanzia "Korczak", l'asilo di Vercelli dove il 23 novembre sono state arrestate tre maestre accusate di maltrattamenti e violenze fisiche e psicologiche nei confronti di bambini tra i 3 e i 5 anni.

"L'unica cosa che si può fare è piangere"

"Cercheremo di strutturare la scuola in un altro modo", dice la preside. "Quante volte sentiamo gli insegnanti che urlano? È un difetto di noi insegnanti, a volte alziamo troppo la voce". La preside Chiarello spiega: "Cosa puoi dire e provare quando vedi un video del genere? Piangi. È l’unica cosa che puoi provare. E ti chiedi perché accade". La dirigente scolastica resta convinta che "la Korczak è un’eccellente scuola. Abbiamo una lista d’attesa perché tutti vorrebbero venire qui. E ci sono persone che volevano proprio quegli insegnanti" accusati dei maltrattamenti.

Le accuse alle tre maestre: maltrattamenti fisici e psicologici

Maltrattamenti, nei confronti di bambini tra i 3 e i 5 anni, è il reato ipotizzato nei confronti delle tre maestre dell'asilo di Vercelli: L'accusa riguarda 52 episodi registrati dalle telecamere della polizia, tra schiaffi, strattoni, punizioni spropositate. Ma i maltrattamenti sarebbero anche psicologici: secondo le indagini della Squadra Mobile di Vercelli, le tre donne avevano generato un vero e proprio stato di terrore all'interno delle classi. La Procura aveva autorizzato l'installazione della videosorveglianza dopo la denuncia di una mamma e la testimonianza della sua figlia maggiorenne che, andando a prendere il fratellino a scuola, ha avuto modo più volte di assistere a alcuni episodi poco chiari.