Migranti in marcia verso Venezia per chiedere condizioni migliori

Cronaca
Migranti i marcia verso Venezia (LaPresse)

Duecento richiedenti asilo che hanno lasciato il centro di accoglienza di Cona per arrivare alla prefettura del capoluogo veneziano passeranno la notte in alcune strutture parrochiali. Un giovane che voleva raggiungere il gruppo con la bici è stato investito ed è morto

"Non hanno più intenzione di affrontare l'inverno nella tendopoli, in condizioni disumane", denuncia il sindaco di Cona, Alberto Panfilio. E' per questo che sono in marcia da lunedì 13 novembre. Sono circa 200, sono richiedenti asilo e hanno lasciato la tendopoli di Cona per andare a protestare in prefettura di Venezia. L'obiettivo è chiedere condizioni migliori. "Cona - aggiunge il sindaco è un esempio vergognoso della gestione dell'accoglienza".

In marcia

Il gruppo di richiedenti asilo ha trascorso la notte tra mercoledì e giovedì nella chiesa parrocchiale di Codevigo, in provincia di Padova, e poi si è rimesso in marcia verso la città lagunare. Anche la notte tra giovedì e venerdì la passerà in alcune strutture parrocchiali. La soluzione è stata trovata al termine di un colloquio telefonico che il prefetto, Carlo Boffi, avrebbe avuto con il Patriarcato di Venezia. I circa 200 richiedenti asilo che stanno dando vita alla protesta hanno accolto la notizia con urla di gioia e grida come "viva l'Italia". Tra i 200, però non c'è un ivoriano di 35 anni, morto mercoledì 15 novembre dopo essere stato travolto da un'auto mentre cercava di raggiungere i compagni con una bicicletta che aveva i fanali rotti. Con il 35enne c’era anche un connazionale, che è rimasto ferito. 

Le proteste dei migranti

La protesta dei quasi 200 richiedenti asilo è scattata lunedì scorso, dopo che nel centro d'accoglienza di Cona erano state tolte alcune stufette per ragioni di sicurezza: "Ci lasciano in tenda al freddo e al gelo", dicono. Una delegazione dei manifestanti nella giornata di mercoledì è stata ascoltata dal prefetto di Venezia, Carlo Boffi. I migranti hanno detto che protestano per le temperature basse durante la notte negli alloggi e per i tempi lunghi prima di ottenere la risposta alla richiesta di asilo per motivi umanitari.

Hanno pulito chiesa e piazzale

Il sindaco di Codevigo, Annunzio Belan, d'accordo con la prefettura di Venezia, aveva cercato nella notte tra mercoledì e giovedì di convincere gli aderenti alla protesta, quasi tutti uomini, a salire su due autobus per evitare di stare al freddo, ma i migranti si sono rifiutati perché - come hanno spiegato - la loro protesta avrebbe perso visibilità. Per questo motivo, il vescovo ha autorizzato l'apertura della chiesa, dove i migranti hanno passato la notte. In cambio, hanno provveduto alla pulizia dell'edificio e del piazzale. I quasi 200 migranti, in queste ore, hanno lasciato Codevigo per proseguire il loro percorso diretti a Venezia.

Cona già teatro di proteste

Il centro di accoglienza di Cona non è nuovo alle proteste dei migranti. Era successo già a gennaio 2017. In quell’occasione i richiedenti asilo protestarono in seguito alla morte di una ragazza originaria della Costa d'Avorio all'interno della struttura.

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